Cappellini e cappellate
di Marco Travaglio
Se ogni tanto leggiamo Stefano Cappellini è solo perché ha il pregio di riassumere tutti i tic più cretini della presunta “sinistra”, che poi è l’assicurazione sulla vita della cosiddetta “destra”. L’altro giorno il genio di Repubblica ha partorito i seguenti pensierini: “Trump e la favola del tycoon pacifista importata dai populisti di casa nostra”, “Conte si è rallegrato per ragioni che sono esattamente contrarie a tutte le linee guida di Trump, il quale ha appena minacciato di occupare militarmente il canale di Panama e la Groenlandia, di scatenare ‘un inferno a Gaza’… e ha evocato una possibile annessione del Canada, forse pacifica, magari un dpcm simil-contiano” (battutona), “Conte non è solo in questa follia sul Trump arcobaleno, sollecitata dal suo guru Travaglio”. Naturalmente nessuno ha mai detto che Trump è un pacifista arcobaleno: semmai che nel primo mandato non fece guerre, anzi ne chiuse due; che è un affarista pragmatico e ritiene le guerre un inutile dispendio di soldi, soldati, energie e un intralcio al business; che fra l’invasata intenzionata a perpetuare il conflitto perso in Ucraina e il manigoldo fautore di un negoziato di compromesso con Putin che metta fine all’inutile strage di ucraini, era meno peggio il secondo. Ma è inutile spiegare queste banalità a Cappellini, che è una sorta di Fassino minore.
Il pover’uomo aveva appena finito di scrivere le sue scempiaggini, quando gli è caduta in testa la tregua Israele-Hamas a Gaza, attribuita a Trump anche da Lucio Caracciolo (che scrive pure lui su Rep ma sa di cosa parla). Anche lì nessuno spirito missionario pro Pal: Trump vuole accordarsi con l’Arabia Saudita per stabilizzare l’area e isolare vieppiù l’Iran. Ergo non gli conviene che Netanyahu continui a massacrare i palestinesi e annetta Gaza facendo apparire i sauditi come traditori collaborazionisti. Infatti il suo rude inviato Witkoff, in cinque ore di colloquio burrascoso, ha costretto Bibi a ingoiare la fragile tregua proposta da Biden e Blinken un anno fa, ma sempre respinta. Bibi aspettava Trump, che ora è arrivato e può fare a meno di lui, mentre Bibi non può fare a meno di Trump. E, nella sua visione imperiale ma multipolare (poche potenze con le loro zone d’influenza), Trump non contempla alleati alla pari: solo sudditi. Voi capite il dramma di Cappellini, che contava i giorni per le invasioni trumpiane di Panama, Groenlandia e Canada, e si ritrova solo soletto con la tregua trumpiana: “L’inviato di Trump è stato coinvolto in tutti i colloqui. Anzi, è andato a parlare con Netanyahu per chiarire che Trump voleva l’accordo e se fosse saltato era pronto a bloccare gli armamenti allo Stato ebraico”. Lo dice Conte? Travaglio? No, Repubblica. L’hanno rimasto solo, ’sti quattro cornuti.
Nessun commento:
Posta un commento