Trump (come il Pd) si crea una religione à la carte
DI DANIELA RANIERI
Spezza il cuore vedere il bambinone che mette il broncio mentre la vescova episcopale Mariann Edgar Budde gli assesta due-tre ganci micidiali dal pulpito della Cattedrale di Washington, chiedendogli di avere “pietà” per le “persone che sono spaventate”, dopo che lui ha promesso di perseguitare, di fatto, immigrati illegali e persone Lgbtq+ e confidandogli sarcasticamente che “ci sono bambini gay, lesbiche e transgender in famiglie democratiche, repubblicane e indipendenti”. Mentre Trump si guarda intorno scocciatissimo, furibondo, imbarazzato (il proiettile all’orecchio sembra avergli fatto meno male) e le ricche iene bionde della sua famiglia ridacchiano nervosamente guardando i mariti, la vescova gli ricorda anche che “chi lavora nelle campagne, pulisce i nostri uffici, lavora negli allevamenti di polli, lava i piatti dopo che abbiamo mangiato al ristorante e fa i turni di notte in ospedale può anche non essere cittadino americano o avere i documenti in regola, ma la grande maggioranza dei nostri immigrati non sono criminali”.
Un bello schiaffo in faccia, per uno che sostiene di essere stato salvato due volte da Dio in persona (il Dio dei cristiani, s’intende, mica Allah) per salvare l’America, e che a ottobre aveva definito i cristiani “le persone più importanti” intervenendo al National Faith Summit di Atlanta, davanti a 1000 leader di chiese cristiane. “Stanno cercando di farvi del male, stanno cercando di ostacolarvi!”, delirò, mentre la pastora di una certa “Chiesa della Città del Destino” lo cresimava: “Riconosciamo e crediamo anche noi che Dio ti ha salvato per uno scopo e che c’è un paese da salvare”, amen.
Rimangono sempre contrariati, i suprematisti islamofobi e razzisti, quando qualcuno del loro credo religioso, dal Papa in giù, gli insegna i princìpi del catechismo cristiano, che loro immaginano alleato solo perché in mezzo alle loro nefandezze politiche infilano qualche paternoster e un’avemaria. Tali e quali i farisei e sepolcri imbiancati contro cui si scaglia Cristo. Successe anche a Salvini, quando brandiva crocifissi e rosari sui social (ne sgranava uno mentre giurava da ministro, per dire a quanto serve), alternandoli a cotechini e prosciutti per bullizzare gli islamici che non mangiano il maiale. Consacrandosi “al cuore Immacolato di Maria che ci porterà alla vittoria”, era convinto di arruffianarsi i cattolici più beghini, spaventati dagli immigrati che staccano a morsi il crocifisso dalle scuole. Sennonché l’arcivescovo di Milano lo freddò: “Nei comizi si parli di politica”, il segretario di Stato vaticano Parolin gli spiegò che “invocare Dio per sé stessi è sempre molto pericoloso”, e Famiglia Cristiana ci rubò la battuta del secolo: il suo è solo “sovranismo feticista”. Salvini si vendicò del Papa a un comizio: “Papa Francesco ha detto che bisogna ridurre i morti del Mediterraneo (fischi della folla, ndr): questo governo sta azzerando i morti nel Mar Mediterraneo con spirito cristiano!”, certo, come no: Cristo godeva a vedere affogare bambini o a farli torturare nelle prigioni libiche. Del resto, non sono solo quelli di destra a usare il Papa quando dice qualcosa che gli torna utile per la loro propaganda per poi ignorarlo quando ciò che predica stride con le loro politiche.
Due anni fa, regnante Draghi (“l’uomo della Provvidenza” secondo l’allora presidente della Cei cardinale Bassetti), il Papa disse: “Io mi sono vergognato quando ho letto che un gruppo di Stati si sono compromessi a spendere il 2 per cento del Pil per l’acquisto di armi… pazzi!”. Draghi ringraziò il Papa, facendo finta che non ce l’avesse con lui (ma su 30 Paesi Nato, noi eravamo tra i 10 che “si erano compromessi”, quindi il cerchio si strinse). Da allora i giornali d’establishment hanno cominciato a censurare il Papa, a diffamarlo quale “filo russo” (Corriere) e a irriderlo come un anziano picchiatello idealista (oggi che denuncia lo sterminio del popolo palestinese da parte di Israele, gli si dà implicitamente dell’antisemita o, come fa La Stampa, si consiglia di non stare ad ascoltarlo).
Il Pd della Schlein, che non dice una parola su Gaza, continua a votare l’invio di armi all’Ucraina mentre nel partito si continua a blaterare di riformare il “centro moderato e cristiano”. Al Pd, il Papa piace quando parla di inezie da Fabio Fazio, non quando si permette di condannare l’uso delle armi sui civili. Il Pd non perseguita le persone Lgbtq+, certo, anche perché sono a costo zero; ma sulla guerra, il riarmo, lo sterminio di civili e il respingimento di migranti (il metodo Minniti non l’ha inventato Trump) appare chiaro che i valori cristiani sono una copertura tanto per la destra, quanto per i liberali e per i cattolici di sinistra, diciamo così. E che a fare resistenza contro la fine dei popoli e la sopraffazione dei forti sui deboli sono rimasti solo i leader religiosi, in mancanza di politici che siano anche persone morali.
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