Più facile fare il ministro che la maschera. I requisiti: test, laurea, lingue e simpatia
CHIETI - Novantadue aspiranti al teatro Marrucino per uno stipendio di 56 euro a chiamata
DI ANTONIO D’AMORE
Quando la tv era in bianco e nero e aveva due canali, al cinema s’andava molto più spesso. Le platee erano talmente affollate da rendere necessaria la presenza di una figura chiaramente riconoscibile: la maschera. Lungi dall’essere procaci signorine come quelle nei film americani, le maschere italiane erano spesso anziani parenti dei gestori, quando non i gestori stessi, che con modi spicci, gestivano il traffico tra platea e galleria. Armati di una piccola torcia e col “vaffa” sempre pronto, erano veri vigilantes. Un po’ meglio, ma solo per la tipologia dei luoghi, erano le maschere teatrali, che, simili a hostess tra velluti e stucchi, accompagnavano i non abbonati alla poltrona o al palco. Poi le maschere sono diventate sempre più rare, fino quasi a sparire.
Eppure, è un lavoro che esercita ancora un forte richiamo: al bando per nuove maschere del Teatro Marrucino di Chieti, in poco più di un mese hanno risposto in 92. E non è un lavoro da torcia in mano, anzi, le nuove maschere dovranno gestire “Accoglienza del pubblico, controllo biglietti e/o abbonamenti d’ingresso, assistenza per la sistemazione del pubblico in platea e nei palchetti, presidio delle aree e degli accessi, controllo delle uscite di sicurezza, presidio e gestione del guardaroba, vigilanza per l’applicazione dei divieti, delle limitazioni e delle prescrizioni relativi a norme comportamentali del pubblico, vigilanza sulle strutture e sugli arredi, attuazione del Piano di emergenza, controllo e vigilanza nell’attuazione di eventuali protocolli sanitari”; non solo: dovranno anche curare “la distribuzione di materiale informativo e/o promozionale, la vendita e/o distribuzione di alimenti e bevande, pulizia degli spazi aperti al pubblico e delle aree a servizio”, fino alla “somministrazione di questionari o altri strumenti finalizzati alla verifica della Customer Satisfaction”.
Praticamente tutto quello che c’è da fare in teatro, tranne che recitare. I 92, oltre a dover essere diplomati o laureati, dovranno anche sostenere un test a risposta multipla “volto ad accertare la conoscenza delle mansioni oggetto dell’incarico, della storia del Teatro Marrucino, dell’inglese e/o francese e il livello di cultura generale“. E “nella valutazione globale saranno altresì considerati la cordialità, la correttezza nel comportamento tenuto e la capacità espositiva, il possesso eventuale di titoli di studio superiori a quello necessario per l’ammissione ed eventuali esperienze di lavoro certificabili in analoga funzione presso altre strutture teatrali o di spettacolo”. Tutto per uno stipendio di…? No, nessuno stipendio, la paga è a chiamata: 56 euro lordi alla volta, indipendentemente dal numero di ore o se si tratta di lavoro diurno o notturno, feriale o festivo.
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