venerdì 17 gennaio 2025

L'Amaca

 

Tutto il denaro del mondo
DI MICHELE SERRA
Come chiamare, con un termine semplice e chiaro a tutti, quella “oligarchia di estrema ricchezza, potere, influenza” che minaccia la natura stessa della democrazia, della quale Joe Biden ha parlato, con preoccupata durezza, nel suo discorso di commiato?
La parola “fascismo”, che usiamo con immeritata frequenza, non c’entra granché, e soprattutto non rende l’idea. È novecentesca, legata a una divisione di classe (borghesia e proletariato) radicalmente diversa da quella attuale, frutto della polverizzazione delle vecchie identità di classe in un magma diverso per le possibilità ma identico nelle aspirazioni: quello dei consumatori. Anche se l’uso della violenza non è estraneo al loro iter — l’assalto a Capitol Hill vale come esempio definitivo — Trump e Musk non sono fascisti, sono miliardari narcisi e megalomani in grado di bypassare quasi tutti i livelli di intermediazione politica e culturale con l’elettorato, almeno con il loro elettorato.
È il populismo, d’accordo. Ma il suo combinato disposto con il potere economico e tecnologico è una novità storica, qualcosa di mai visto prima. La sola certezza è che si tratta di una nuova oligarchia convinta di avere espugnato la democrazia, considerata un grave impiccio al suo diretto esercizio del potere. E che questa oligarchia dispone di strumenti di comunicazione post-mediatica pervasivi e al momento vincenti, e di un potere economico smisurato. Basterà a sottomettere il mondo? No se ha ragione Paul Krugman, che nel suo editoriale di commiato dal Nyt ha scritto di loro: “plutocrati che ora scoprono che tutto il denaro del mondo non può comperare l’amore”.

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