Morto un mostro se ne fa un altro
DI MICHELE SERRA
Lo ha creato l’uomo, come nella favolanoir di Mary Shelley, dunque l’uomo ne porta tutta la responsabilità. Il mostro non è l’agente di se stesso. Il mostro è solo il prodotto della nostrapotenza, del nostro genio o della nostra perversione.
In Gran Bretagna è stato “messo al bando” l’american bully, un mastino di particolare forza muscolare, e aggressività, creato dall’uomo attraverso una selezione mirata. Gli esemplari viventi andranno registrati, come le armi da guerra. L’allevamento e la riproduzione sono vietati, in seguito a una serie notevole di aggressioni mortali, specie nei confronti di bambini.
L’american bully, come è ovvio, non porta responsabilità alcuna della sua genesi, e nemmeno del suo destino di fuorilegge. Non ha chiesto di esistere. Sicuramente scodinzola, gioca, ha fame, ama e ha paura, come ogni cane e come ogni creatura.
Bisognerebbe, se si potesse contare su qualcosa di simile alla Giustizia Vera, che fossero perseguiti gli umani che lo hanno creato per lucro, per i combattimenti tra cani (grande giro di scommesse, e non scommettono i cani), per sedicente “difesa”, come orpello per i criminali (che adorano i cani aggressivi) o semplicemente per gioco, perché volevamo vedere come andava a finire, selezionando cani dalle ganasce di acciaio e dai muscoli da caterpillar.
Ma no, nessuno andrà alla fonte del sangue versato. Più semplice, più funzionale, cercare di eliminare il mostro. Nel tempo necessario a neutralizzare questo, ne avremo creati almeno altri cento.
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