Imbavagliare i morti
di Michele Serra
Per definire ripugnante il sequestro di Stato del cadavere di Navalny non serve scomodare l’etica, basterebbe l’ordinario rispetto del dolore dei familiari, comprensibile anche dal più bieco degli sbirri.
La sola giustificazione logica di un simile, sadico oltraggio è che i carcerieri di Navalny vogliano impedire che un’autopsia stabilisca le cause della morte. Imbavagliare i vivi, imbavagliare anche i morti. In termini criminologici: occultamento di cadavere.
Ammesso che sia interessante saperlo, non sono un difensore a priori di quel coacervo, in realtà molto vago e difforme, che chiamiamo Occidente. Ne considero i limiti e le ipocrisie. La crapula consumista, la perdita di senso. L’imperialismo economico. Per la serie: ognuno guardi alle sue piaghe, e tra le sue pieghe.
Ma una porcheria del genere, donne alle porte di una galera per chiedere di riavere, almeno da morto, il loro figlio e marito, e la porta non si apre, dà la misura dell’oltranza disumana di un regime che può piacere solo ai perversi, o ai servi, o ai fascisti, o agli stalinisti, o a chi non si è mai posto nemmeno mezza domanda (non sulla politica: sulla vita) e non si è mai dato nemmeno mezza risposta.
Nelle nostre vecchie e marce democrazie, davanti a quel carcere ci sarebbero centinaia di telecamere, e migliaia di persone a gridare “aprite!”, e un Parlamento in fiamme che discute e litiga.
Noi siamo pieni di misteri e di soprusi, anche di bombe e di mafia, di bugie e di sangue: non abbiamo mai saputo come rimediare ai nostri orrori ma almeno possiamo saperli, e possiamo dirli. Chi tifa per Putin tifa per una vita muta.
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