martedì 22 marzo 2022

Daniela e il Pagliaccio

 

In trincea (dall’albergo): salvate il soldato Giletti

DI DANIELA RANIERI

Massimo Giletti in giubbotto antiproiettile è in diretta da una strada di Odessa: “La situazione è molto tesa”. Si sentono colpi, “è la contraerea”.

“Ci stanno facendo cenno di rientrare all’interno del luogo dove faremo la diretta”, che poi è un albergo. Fa in tempo a dire: “Questa è una guerra contro la democrazia!”.

Manda un filmato. C’è lui su un cumulo di macerie: “C’è odore di morte”. Chiede ai soccorritori che scavano: “I corpi son qua sotto?”. Non gli risponde nessuno. A mani nude scava nelle macerie per estrarne una bandiera dell’Ucraina: “Questi sono morti per difendere la loro bandiera. Questa deve continuare a stare in alto. Non è retorica”, dice da dietro ai suoi occhiali da sole.

È di nuovo in diretta dalla hall dell’hotel (ai lati del corridoio, i sacchi bianchi delle trincee. O è biancheria sporca?). Prende la bandiera, la accarezza, chiede al cameraman di stringere sul dettaglio delle mani. Ejzenstejn puro. È sull’orlo delle lacrime.

Si collega con Vladislav Maistrouk, giornalista ucraino, che gli dice: “Tu a Odessa vali più di dieci sistemi antiaereo, sei una no-fly zone fatta persona”.

Manda il filmato “L’odore acre della morte”: “Io sono dell’idea che le immagini vere debbano arrivare nelle case”: cadaveri a pezzi, budella riversate. Si avvicina a un corpo, lo guarda: “Questa era una ragazza, ciò che rimane di una ragazza”.

Torna in diretta. Recita una poesia di Quasimodo. Dice che dopo essersi chinato sul corpo della ragazza è stato avvicinato da una collega di lei: “Ho pensato che mi rimproverasse perché stavamo violando un momento”, ma quando mai curiosare tra i resti di un corpo martoriato è irrispettoso? “Invece ha detto ‘fate vedere questi morti, perché capiate che ci dovete dare la no-fly zone’. Adesso è dura per Fratoianni rispondere”. Corpi dilaniati all’ora di cena per mettere in difficoltà Fratoianni.

Giletti interrompe Fratoianni (che lui chiama “Frattoianni”) e aizza Sallusti, che stasera è un po’ moscio; Sallusti dà la colpa della guerra ai pacifisti.

Cerno (non ricordiamo se è del Pd o di Italia viva) cita Bella ciao.

Altro filmato, tra il videogame e L’uomo con la macchina da presa di Dziga Vertov. Il cadavere di una signora su una panchina è ripreso da molto vicino. (Questa domenica non c’è Povia, ci sono i cadaveri).

Lo studio è lasciato incustodito, in autogestione degli ospiti. C’è una certa Ekaterina Shevliakova, “una giovane donna russa” (su Facebook risulta essere travel & lifestyle concierge, su Instagram celebrity interviewer. In pratica gli autori hanno cercato una russa sui social). Viene subito presa di mira da tutti in quanto presumibile spia putiniana. Giletti dalla trincea della hall lancia un grido di dolore: “Qui ci saranno 10 gradi, cercate di aiutarmi!” (temperatura a Roma a quell’ora: 3 gradi). In realtà sta dicendo agli ospiti che la puntata langue. In assenza di bombe, che scatenino almeno una rissa.

Ekaterina non può dire che c’è una guerra perché rischia 15 anni di galera. Da questo momento tutto lo studio si intestardisce per costringerla a dire “guerra”. “Sei complice!”, le urla il giornalista ucraino, che le dà della schiava e della codarda: “Continueranno a morire civili e soldati! Tu hai bisogno di un aiuto di qualche psicologo”. Ekaterina si lascia lapidare.

Giletti: “Gli oligarchi fino a poco tempo fa erano molto amati da noi italiani, perché portavano tanti soldi a Forte dei Marmi”. Il nostro notorio amore per gli oligarchi russi è secondo solo a quello per la pizza, cosa mai andrà a denunciare quel diavolo di Giletti su questi beniamini nazionali? Parte il rendering della “villa di Putin”, dal video del dissidente di destra Navalny: “Pensate che ha il televisore a incasso in camera da letto”. Crimine inaccettabile (specie se prende La7). Credibile come Salvini in Polonia, Giletti va in ipotermia nella hall, malgrado il piumino tipo quello di Putin allo stadio.

Si rintraccia la villa italiana di tal Lanfranco Cirillo, “l’architetto di Putin”. L’inviato citofona ma risponde la filippina (prossima domenica: il fornaio di Putin, il barbiere di Putin, etc.).

Intanto Giletti è sotto attacco, ma non dei russi: lo sabotano da Roma. “Non so chi è entrato in collegamento e mi ha detto che c’era una signora russa”, che però non c’è. Dà la parola a Friedman per un imprescindibile parere sugli oligarchi, ma gliela toglie dopo 8 secondi per dare la pubblicità.

Filmato esclusivo dalla clinica dove l’amante di Putin “avrebbe partorito uno dei due figli dello zar”. Solo che ha partorito nel 2015 e nessuno sa nulla. Allora ripiegano su un’altra russa che vive a Lugano, la cui figlia frequenta la scuola “dove sono iscritti i figli dell’élite a 86 mila euro l’anno”. Giletti sobilla il pubblico contro la casta russa: “Lui che critica gli occidentali manda i figli in Svizzera. Putin è poco coerente?”. A trovargli un difetto, quello sarebbe la scarsa coerenza.

Giletti: “Chi corre ad accaparrarsi lo zucchero poi non deve criticare gli oligarchi, o no?”. Insiste: “È arrivata Ekaterina? (che però già c’era, ndr), visto che non riusciamo a parlare con la signora Raskina”. Serve una dell’est.

Si volta pagina: “I gruppi no- vax stanno diventando pro-putiniani (sic)”. Il finale è puro delirio, sganciamento del logos, Dio Patria No-vax No-Green Pass Putin Mussolini Predappio No-Draghi: Telegram trasferito nella tv.

Un no-vax critica l’accostamento ai fascisti. Giletti se ne mostra ferito: “Sono giorni che non dormo, chiedo un minimo di rispetto per questa situazione”.

Telese litiga col no-vax. Rissa. Giletti urla contro i suoi ospiti: “Mi spiace non essere a Roma, potrei intervenire in modo diverso!”, forse menandogli. La guerra era qua ed era meglio, per il bene di tutti, se Giletti restava a casa.

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