mercoledì 6 dicembre 2017

Peccato!


Fatto: Decreto Ministeriale 70/2015
- I presidi di base: bacino d’utenza compreso tra 80.000 e 150.000 abitanti. Sono dotate di Pronto Soccorso con la presenza di un numero limitato di specialità con servizio di supporto in rete di guardia attiva
- I presidi di I livello: bacino d’utenza tra 150.000 e 300.000 abitanti. Sono sede di DEA di I° livello. Sono strutture che sono dotate di un notevole numero di specialità con servizio medico di guardia attiva. Devono essere presenti o disponibili in rete h 24 servizi di radiologia con Tac ed ecografia, laboratorio, servizio immunotrasfusionale.
- I presidi di II livello: bacino d’utenza tra 600.000 e 1.200.000 abitanti. Sono dotate di strutture di DEA di II° livello. Questi presidi sono riferibili alle Aziende ospedaliere, ospedaliero universitarie, a taluni IRCCS. I presidi in questione possiedono tutte le caratteristiche di quelli di I° livello ma in più sono dotate di strutture che sono in grado di affrontare discipline e patologie più complesse.
Mi domando allora perché in tempi addietro si progettò di costruire il nuovo ospedale cittadino dotato di una DEA di secondo livello ma, soprattutto, perché ancora oggi si tenti di protestare - anzi visto i tempi conio un nuovo termine in stile petaloso: "fakenewsizzare! - una decisione a mio parere sacrosanta: La Spezia non ha un bacino di utenza in grado di consentirle un presidio ospedaliero di II livello.
Riassumendo: dopo aver eretto, in circa vent'anni, a Sarzana un enorme agglomerato di scale in puro stile "allacazzo&campana" con attorno padiglioni e sale operatorie a iosa, i "rouge cervei" nostrani pensarono bene di replicare nel capoluogo - chissà perché... ho un dubbio al proposito ma non lo enuncio - mediante un progetto altisonante da metropoli medio alta, confidando nell'inamovibilità, nella relativa rassegnazione elettorale locale prodiga nei loro confronti con un'impensabile fiducia durata quattro decenni, dando inizio pure al "Valzer dei reparti", spostando a suon di "euroni" padiglioni in un vortice tendente al parossismo, con voli pindarici di barelle, garze e quant'altro. 
La nuova giunta regionale ha deciso invece che alla Spezia ci sarà solo un presidio ospedaliero di I livello. E ha fatto bene. Resta da chiedersi che fine faranno le dieci sale operatorie pensate per il livello II, visto che molte resteranno inutilizzate, divenendo magazzini o sale da ballo, pagate sempre da noi a peso d'oro. Ed è altrettanto chiaro che il centro destra utilizzerà questo varco per incentivare la sanità privata, loro autentico e godurioso sogno da sempre, quasi come l'entrata ad una riunione ad Arcore di una diciottenne procace.
Ma la colpa non sarà loro, tutt'altro: ricadrà sugli inamovibili, sugli immarcescibili totem finticompagni di tutte le epoche passate e recenti, i quali in nome del primato politico locale hanno tra loro costantemente battagliato affinché si costruissero due ospedali distinti, infischiandosene di conti economici, di scempi dilapidatori il soldo pubblico, non pensando minimamente alla soluzione di un unico presidio magari da far sorgere a metà strada - S.Stefano?- con due unità di primo intervento da erigere nelle rispettive città, soluzione che non solo avrebbe fatto risparmiare una montagna di denari pubblici, ma sarebbe divenuto motivo d'orgoglio per tutti noi: ci saremmo infatti resi conto di avere una classe politica locale ragionevole ed indirizzata verso una dignitosa cultura preservante il bene pubblico. Peccato.

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