sabato 9 dicembre 2017

Precisazione storica


Sarebbe così apparentemente semplice narrare, per cercare di rinsavirli, la storia a quei giovani senza ideali, ma convinti di averne, di Agostino, Aldo, Antenore, Ettore, Ferdinando, Gelindo e Ovidio Cervi oppure raccontare loro di S.Anna di Stazzema, di Marzabotto e paesi limitrofi, dove persero la vita, assassinati dai nazisti con la collaborazione dei repubblichini, dalle mille alle tremila persone, compreso bambini che furono lanciati in aria e colpiti con scherno dai loro carnefici, per insufflare in quelle povere teste almeno il dubbio, il sospetto che qualcosa del tramandato a loro da psichici invertebrati, risulti essere non propriamente veritiero.
Ma se non bastasse questo, se questi imbelli continuassero nel loro tentativo di riabilitare ciò che fu causa di bagni di sangue, di mistificazione, di odio, di illiberalità sappiano costoro che, personalmente, sono pronto a scendere in piazza per difendere la memoria e le gesta di chi tentò d'arginare ideali di morte a prezzo della propria vita, di cui dobbiamo necessariamente continuare a parlare per evitarne la nefasta replica, insultante l'intera umanità.
A me personalmente non importa infatti nulla di revisionismo storico, di ammorbidenti vari, di tentativi riabilitativi, di cazzo di paludi trasformate in campi coltivati, delle idiozie del tipo "quando c'era lui": il fascismo fu un inaudito periodo storico di violenza e di privazione della libertà di pensiero. E coloro che con un pacco di pasta e uno spumante in dono ad indigenti, tentano di rivestirlo di onorabilità, a loro "democraticamente" consiglio di non emergere troppo dalla melma in cui detti ideali sono stati giustamente conficcati dalla fiera e potente Resistenza, mai sopita né archiviata perché proprio il suo ricordo e il suo valore anche oggi consentono di monitorare, d'osservare eventuali miasmi di ritorno, bloccandone alla fonte ignobili rigurgiti, attraverso la rievocazione di atrocità storiche, incontrovertibili, senza pietismi né accordi di sorta nel caso in cui chi dovrebbe comprendere, non comprenda.

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