domenica 10 dicembre 2017

Dati rovina feste



C'è un dato diffuso dall'Istat, e quindi lontano da essere una fake news, che passa troppo in sordina, grazie all'abilità delle fake reti tv, controllate dal Bomba: 18 milioni di italiani sono a rischio povertà.
Aumenta anche il divario di chi guadagna sempre di più e chi invece vede ridursi sensibilmente le entrate. 
Diciottomilioni di persone sul totale di sessanta della popolazione italiana secondo l'Istat sarebbero a rischio povertà. Lo ripeto questo concetto in quanto, sentendo in giro inni di gioia del tipo "la crisi è finita" - "ci stiamo riprendendo", queste sono le vere fake news pronunciate persino dal Silente per antonomasia che sta beatamente al Quirinale e che dovrebbe avere cura dell'intera nazione e non soltanto di caste privilegiate, stavo per abboccare anch'io alla lieta novella.
Invece sono bufale, bufale di stato per tenerci sereni e soprattutto rassegnati.
A tutto questo se aggiungiamo la nascita continua di sedi neofasciste, a cui non dovrebbe essere concesso di aprire e me ne frego se passo da antidemocratico, lo scollamento della gran parte degli italiani dalla politica, dai valori democratici, il quadro appare chiaramente altamente pericoloso. Ci sono regioni del sud, senza citarle tanto le conosciamo tutti, dove la percentuale è addirittura oltre il 50%, per cui conseguentemente lo stato sparisce e fioriscono le varie malavite organizzate.
I giovani che non trovano lavoro sfiorano il 40%, molti hanno abbandonato addirittura la ricerca dell'impiego. I contratti capestro aumentano, come lo schiavismo moderno e se si pensa alla pensione ai 67 anni, il panorama diventa sempre più fosco.
Detto questo mi domando come si possa continuare a far finta di nulla, a scambiarci gli auguri di buone feste e ad immaginare un radioso futuro della nostra nazione.
Ma queste sono solo fregnacce; giovedì c'è la finale di X Factor, e tutto il resto, compresi i diciotto milioni di prossimi alla povertà, passerà in cavalleria, per il bene di questo organizzatissimo letargo mediatico.

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