martedì 19 dicembre 2017

Bell'uomo?



C'è dell'avanspettacolo nella vicenda Bellomo, non propriamente bello né uomo, l'apparentemente imbelle facente parte del Consiglio di Stato, un apparato inutile alla comunità, una fucina con sontuosi stipendi per sfaccendati sgobbanti unicamente per arraffare lauti stipendi da accumulare ad altri, situazione questa rappresentante, in un paese serio e soprattutto vitale, una delle cause scatenanti sane rivoluzioni, possibilmente non violente ma smantellanti caste e castellani; un ludibrio inconcepibile di questi tempi, con dieci milioni di italiani nella morsa della povertà, uno scempio permettente agli appartenenti al questo regno simile a quello del Re Sole, trenta presidenti per cento magistrati, scorpacciate di auto blu, udienze due vole al mese, ripeto: due volte al mese, si avete capito bene o voi che vi alzate tutte le mattine incazzati per la sorte troia che v'impone di sottomettervi ai vostri capi, alle vostre faccende lavorative imbevute di slides, di riunioni alla "cazzo&campana", incenso per i diversamente umani che si credono "dei" solo perché qualcosa o qualcuno li ha investiti di piffero suonante nel deserto; i componenti questo Consiglio di Stato che sta alla decenza come Cicciolina al Cammino di Santiago, riescono come detto a fare dell'altro, incamerando uno, due, tre stipendioni: possono mascherarsi da capo di gabinetto ministeriale, sottosegretari e persino ministri, mantenendo, badate bene, pure il ruolo appagante il portafogli di consigliere. I nomi degli incalliti? Catricalà, Patroni-Griffi, Frattini, ve lo ricordate? Era ministro degli esteri al tempo dell'Era del Puttanesimo, tali Salvatore e Coraggio e via andare. 
Ma questo Bellomo, forse bello ma sicuramente non uomo, è andato oltre, istituendo una scuola per magistrati in cui dettava regole da calci in culo, a lui, sessiste e degne di espellerlo dalla comunità ficcandolo su un'isola deserta in compagnia di una dozzina di infuocati puttanieri. 
Bellomo, non certamente uomo, ordinava alle studentesse gonne corte, tacchi a spillo e soprattutto una schiavitù psicologica tanto cupa da legittimare chi, si spera, nel futuro lo prenderà giustamente a pesci in faccia, ordinandogli di prestare servizio obbligatorio in qualche bagno pubblico di stazioni ferroviarie anonime.
Quello che emerge da questo scandalo è come il marcio sia ovunque, in ogni sub strato dell'apparato statale; potere gestito da incompetenti ad uso personale, per carriere sbiadite succhianti risorse e vitalità a tutti noi. Un puttanaio mai visto, una decadenza da impero romano giunto alla disgregazione totale. Prova di tutto ciò, ad esempio, l'elezione di Micciché a presidente dell'assemblea regionale siciliana con i voti determinanti del PD, che è come dire "ragazzi continuiamo serenamente a prenderli per il culo, tanto sono solo dei poveri e rimbambiti coglioni."
Anche se le strenne natalizie si moltiplicano, è impossibile frenare il mio personale vaffanculo a lor signori, naturalmente sulle note di Jingle Bells!  

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