mercoledì 6 dicembre 2017

Indecente


Siamo in una cloaca insonorizzata, e se per caso qualcuno prova ad alzare la testa, viene insultato e deriso.
Ma i fatti, come la carta, cantano: le notizie non le voglio stavolta prendere dal giornale più serio in circolazione, del quale mi vanto di essere abbonato, il Fatto Quotidiano. No, stavolta attingo da Repubblica, forse oramai sulla via del pentimento e ritornata alla serietà professionale: Pierluigi Boschi oltre ad essere indagato per bancarotta, ha ricevuto anche l'avviso di garanzia per falso in prospetto e ricorso abusivo al credito. 
Tra il 2013 e il 2014 il dott. Boschi da consigliere diventa vicepresidente di Banca Etruria. Nel 2012 nella stessa banca vengono spesi 500mila euro per consulenze. Nei due anni successivi si sale a 13 milioni. Fatti incontrovertibili. Verità messianiche. 
Gli illuminati di Banca Etruria a quel tempo sapevano già della disastrosa situazione finanziaria della banca e sono ricorsi alla vendita di obbligazioni subordinate ad inconsapevoli risparmiatori i quali, fidandosi come una volta ci si fidava del parroco, del carabiniere e del barbiere, sono caduti in rovina. 
Non contenti i capi saccenti bancari hanno anche aperto il portafogli per consulenze - non dico quello che penso in proposito perché potrei finire in un tribunale -
5 milioni di euro per pagare advisor (che non sono entità aliene ma una casta di fancazzisti dediti all'adorazione del dio denaro, che si alimentano di slide, diagrammi e studi tipici di quest'era del "cazzo&campana" sfidante regole sociali ed imbarbarenti la moltitudine per il piacere di pochi eletti) incaricati di cercare dei "partner di adeguato standing" - tradotto in lingua "pochese" dai "coglioni che mettano risorse dentro ad una spelonca subissata di prestiti ad amici pur sapendo che quei denari mai più ritorneranno nei forzieri" - le famigerate sofferenze bancarie (sofferenze intese come sigaro acceso nel pertugio di ignare persone per bene)
Per effettuare ciò che Bankitalia suggerì per evitare lo sfacelo, poi verificatosi: trovare qualcuno che accettasse l'unione ed il fardello dei debiti. 
Venne interpellata la creme dell'alta finanza, nomi che mettono fobie e timori solo a pronunciarli, come accorgersi di avere compagno di viaggio in treno il fuggiasco Igor Vaclavic: Kpmg, Mediobanca, Studio Grande Stevens, Lazard, Rothschild. 
Altri otto milioni spesi per pagare altre consulenze di tipo legale e di pubblicizzazione (come se non fosse bastato a Banca Etruria gestire onestamente i risparmi, per farsi un'enorme pubblicità gratis)
Inoltre nella dilapidazione s'evidenzia 1,1 milioni di euro per la Mosaico Srl della famiglia Zamorani, di cui 236mila per supportare le attività commerciali e culturali della banca e farne promozione a Roma, cosa questa a detta degli ispettori "non in linea con la realtà aziendale."
Le consulenze, palesemente sproporzionate, venivano ratificate da tutto il cda, per cui anche dal dott. Boschi. 
Un altro aspetto è la sua non iscrizione nell'elenco dei 27 ex amministratori, responsabili dell'elargizione di crediti a gò gò, sfiancante la banca; eppure il dott. Boschi fu partecipe del comitato esecutivo che gestì il credito Isoldi (12 milioni mai restituiti) e quello con la Sacci (60 milioni di sofferenze) dell'ex consigliere Federici. Sorge il dubbio, lecito, che la sua persona essendo genitore della celeberrima figliola, sia stata risparmiata, in qualche maniera, dall'inchiesta. 
Questi i fatti. Ora alcune considerazioni, che cercherò di mantenere in ambito circoscritto, trattandosi di delicatissime tematiche: viene da chiedersi anzitutto perché la sottosegretaria Boschi, in odore di essersi intrufolata nella vicenda forte della carica istituzionale, e avendo giurato di non averlo fatto in una solenne dichiarazione di fronte alla Camera dei Deputati, non si sia dimessa. 
Come ha detto ieri sera la Meloni - pensa un po' a chi devo riferirmi per consolidare la tesi dimissionaria- altre persone si sono dimesse per molto meno. Altro fatto incontrovertibile. 
La sottosegretaria, ligia e preparatissima, eccede sicuramente nell'attaccamento alla sua poltrona. Questo però non dovrebbe inficiare la ricerca della giustizia. Se la commissione parlamentare sulle banche guidata da Casini - mamma mia! - decidesse oggi di non permettere l'audizione dell'ex ad di Unicredit, Ghizzoni, che dovrebbe confermare o no quanto scrisse De Bortoli nel suo libro "Poteri Forti", e cioè che la sottosegretaria Boschi chiese allo stesso Ghizzoni d'intervenire in merito alla disastrata situazione finanziaria di Banca Etruria, vorrà dire che la legge non è uguale per tutti. 
Lo sapevamo, ma averne l'ennesima conferma nuocerà gravemente alla nostra salute repubblicana.   

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