sabato 5 marzo 2016

Inimitabile


Selvaggia Lucarelli commenta la finale di Masterchef. 

Al solito un articolo inimitabile! 


LA FINALE
Masterchef 5, la “scarpetta” trionfa sulla cucina fighetta
HA VINTO LA CONCORRENTE CHE SEMBRA USCITA DA UN ORTO
di Selvaggia Lucarelli

La finale della quinta edizione di Masterchef ha provocato un’indignazione nel paese che non s’era vista neppure ai tempi di Mani Pulite. Non escludo neppure che di qui a pochi giorni si organizzino lanci di monetine di cioccolato fuori da Villa Crespi, per punire il Bettino Craxi di Masterchef 5: Antonino Cannavacciuolo. È lui infatti il principale bersaglio del pubblico perché ritenuto colpevole di aver favorito spudoratamente la vincitrice Erica, una che a detta di chi non ha perso una puntata del talent culinario, capisce così tanto di cucina che riuscirebbe a infornare a 200 gradi l’insalata. Una che preparerebbe piatti banali, fuori tema, immangiabili come se poi questo non fosse l’unico talent al mondo in cui lo spettatore non sa proprio una beata cippa della materia valutata dai giudici, visto che fino a prova contraria sono loro ad assaggiare, a masticare, a ingurgitare piatti in cui finiscono troppo sale o troppo pepe o troppe lacrime e in qualche caso pure qualche pelo.È per questo che a me la finale di Masterchef 5 non solo è piaciuta parecchio, ma l’ho trovata onesta e liberatoria, perché ha sancito in via definitiva la dittatura del gusto (e quindi dei giudici) contro quella dell’estetica, della tecnica e della cucina fighetta (e quindi del pubblico petulante che solo “guardando” pensa di saperne più di chi assaggia e pure con qualche stella Michelin appuntata sul petto).
Era una gara tra due mondi: i piatti di Alida li guardavi, quelli di Erica li mangiavi e pulivi pure il piatto. Ed è per questo che alla fine Erica ha prevalso
E poi diciamolo. Erica sarà pure arrivata in finale con qualche inciampo di troppo, ma è quella che la finale se l’è giocata meglio. Gli altri due, Lorenzo e Alida, hanno messo nei piatti le loro paure (Lorenzo quella di non avere abbastanza personalità e ha cucinato piatti anonimi, Alida quella di non essere perfetta e ha cucinato piatti troppo sofisticati), Erica il suo riscatto. Lorenzo il macellaio poi, partiva con uno svantaggio notevole, ovvero, rispetto alle altre due, il non aver avuto tragedie familiari con cui commuovere il pubblico. Né un lutto recente, né una fidanzata scappata con un cubano, né un mignolo affettato per sbaglio mentre spellava un pollo, niente di niente.
Alida in compenso era una tragedia con la coda di cavallo. Una a cui Cracco diceva “la pasta è un po’ scotta” e piangeva come se Cracco le avesse ammazzato il cane in retromarcia.
Erica poi non ne parliamo. Ragazza madre, aria da elfo spaurito, qualsiasi cosa cucinasse la chiusura non era mai “è troppo cotto” o “la prossima volta metti meno olio” ma “non hai avuto una vita facile”.
Eppure, in finale, Erica ha vinto con una certa facilità. Dopo che Lorenzo è uscito tentando di replicare un piatto che aveva più ingredienti e componenti della bomba H, dopo che Alida ha tentato di replicare una salsa al cetriolo che ha devastato la sua autostima perché “il verde era meno verde dell’originale” e pur di azzeccare quel tono di verde c’avrebbe frullato pure sei cimici dentro, lei ha cucinato le animelle latte limone a caffè con sorprendente maestria. Tra parentesi: io piuttosto che mangiare animelle e caffè mando giù le pastiglie per la lavastoviglie.
La sfida finale con Alida è stata tutta in discesa. Mentre l’altra battezzava la sua idea degustazione “Equilibrio e sinestesie” manco fosse una tesi di laurea anziché un menu e in piena sindrome da prima della classe affumicava e preparava tisane e sorbetti ed era tutto un tripudio di spezie e germogli, l’altra tagliava il pomodoro. Mentre Alida presentava una ricciola affumicata al legno di faggio con alga wakame, l’altra serviva un cocktail di scampi nel bicchiere del Martini, roba che mancava solo l’ombrellino e un trenino con “Brigitte Bardot” in sottofondo. Mentre Alida era accompagnata da un fidanzato che pareva il cummenda con giacca sartoriale e mocassino senza calze e una suocera che la gasava manco fossero state le Olimpiadi, Erica era lì con mamma e papà che parevano strappati dall’orto e dalle balere romagnole.
Insomma, era una sfida tra due mondi, più che tra due cuoche. Era la guerra cucina-fighetta contro cucina con scarpetta, perché questo va detto, i piatti di Alida li guardavi, quelli di Erica li mangiavi e pulivi pure il piatto. Ed è per questo che alla fine Erica ha trionfato. Perché i giudici i suoi piatti li divoravano, quelli di Alida li analizzavano, toccando con prudenza gli ingredienti con la forchetta e spostando le alghe e i germogli come quando col bastone in mano si cerca la serpe nel cespuglio.

Erica ha vinto perché come Alida non ha avuto una vita facile, ma in finale, s’è resa la vita più facile. E sì, anche un po’ perché doveva vincere un cuoco amatoriale e ha vinto un cuoco amato, molto amato da Antonino Cannavacciuolo che fin dalla prima puntata l’ha guardata come fosse una faraona ripiena. E se ha vinto la sua cocca, tutto sommato la conclusione è solo una: Masterchef 5 forse non ha sancito il miglior vincitore, ma di sicuro ha sancito chi comanda.

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