martedì 15 marzo 2016

Don Palmiro

Quello che sta accadendo ad Augusta (Siracusa) rasenta la fantascienza. Il Vescovo Salvatore Pappalardo vuole cacciare don Palmiro Prisutto, anzi proprio oggi scade l'ultimatum di cinque giorni lanciato dal paonazzo a mo' di anatema.

Che ha fatto di così atroce don Palmiro? Ha molestato minorenni? Ah no quello per molto è ancora un male minore! E allora? Ha rubato soldi alla parrocchia? Neanche. Si è fatto vedere assieme a qualche bionda? È stato in qualche sauna romana esclusiva?

Niente di tutto ciò!

Don Prisutto il 28 di ogni mese è solito leggere, durante la Messa, tutti i nomi di coloro che sono morti per carcinoma ai polmoni.

Nome e cognome.

E siccome ad Augusta il polo petrolchimico composto da 18 aziende inquina in modo impressionante, il parroco definendo questa mattanza con il suo nome, genocidio, urta sensibilità di pii baciapile, dediti a sport estremi quali il trasporto di croci enormi durante delle funzioni religiose che paiano in verità essere più giochi senza frontiere che altro e che si fanno chiamare confraternite, le quali, se nel passato è pur vero abbiano costituito motivo aggregante attorno alla chiesa locale, ai giorni nostri, essendosi affievolita, ha dato maggior spazio a queste manifestazioni carnevalesche che stanno alla fede come un discorso di Odifreddi sulla transustanziazione.

Le care Confraternite quindi, lamentandosi a iosa in quanto a detta loro abbandonate dal parroco, accusato di perseguire mire ambientaliste, rimuovendo l'immane merdone decennale composto di delitti e colpi bassi alla salute della comunità intera, hanno spinto il porporato di riferimento a decidere per il suo allontanamento, che don Palmiro stoicamente rifiuta, dimentico però che alla fine dei conti, molti funerali equivalgono a tanta grana per tutti, dalle pompe funebri agli equilibristi di crocifissi altisonanti.

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