martedì 22 marzo 2016

Capitale

È un modo di vita che si perde nella storia millenaria; già Nerone volendo farsi un barbecue per i cavolacci suoi, la incendiò; altri imperatori la gestirono in piena sintonia con il velato motto probabilmente già impresso sul collare della lupa sfamante i due pupi fondatori: "noi siamo romani e voi nun siete un cazzo!"

I Decenni di scorribande recenti confermano tale ortodossia con lo stato sovrano elargente una volta all'anno i denari utili non tanto per pareggiare l'immane debito, bensì per proseguire nel boccheggio a pelo d'acqua, evitante l'affogamento.

Deficit spaventosi delle municipalizzate, corroborate da sindaci come AlèDanno, moderno visigoto, contribuiscono a rendere la capitale il simbolo dell'italianità nel mondo. E scoprire affitti irrisori per appartamenti con viste mozzafiato, rafforza il concetto testé enunciato, simbolicamente raffigurato in un isola selvaggia popolata da naufraghi che al momento del lancio dei viveri di sopravvivenza fa scattare una folle corsa all'accaparramento improvvido, lasciante molti ad aspettar la fine.

Questa è Roma. Questa è l'Italia, prototipo del mondo civilizzato.

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