venerdì 18 marzo 2016

Rosso, Bianco e Verdini


E' normale, normalissimo che un ispiratore delle modifiche costituzionali che, se convalidate dal referendum popolare, trasformeranno questa agonizzante democrazia in una rappresentazione feudale e castale di appropriamento indebito del potere, sia stato condannato a due anni per corruzione. 
E' sacrosanto, lapalissiano avere una maggioranza supportata da un gruppo che si fa chiamare ALA, la cui principale funzione è quella di permettere alla maggioranza di proseguire nelle nefandezze, al cui vertice c'è un neo condannato, pur se in primo grado: Denis Verdini. 
Il processo ha emesso la sentenza ma la prescrizione è alle porte. Il che sta a significare non l'assoluzione, bensì l'estinzione per scadenza dei termini. E sarà anche corretto per pochi che l'informazione, come ai tempi del Duce dell'Etere nonché pregiudicato, svierà quanto sopra per portare ai babbani rassegnati, tra cui anch'io mi colloco, la sensazione di come il nostro sia stato assolto.
Deve necessariamente essere così la presentazione agli occhi del mondo del nostro paese: qui comandano persone che altrove al massimo tempererebbero matite. 
Consideriamoci pertanto fieri e senza paure, scacciando pensieri oramai datati che vorrebbero farci indignare davanti a cotanto scempio istituzionale, davanti a silenzi imbarazzanti delle massime cariche dello stato, in primis Colui che dovrebbe chiamare a raccolta attori e comparse di questo che, senza tentennamenti, considero una destabilizzante modifica ai valori democratici per cui molti dei nostri padri combatterono al fine di garantirceli, dovrebbe appunto convocarli per bloccare piani strategici atti a modificare norme granitiche scolpite nella Costituzione per una presa sempre più maggiore di potere nelle mani di pochi. 

E invece nulla si muove né si ode. 

Come se tutto funzionasse a meraviglia, come se corruttela e brogli non fossero le stelle polari verso cui tutta la casta attualmente al potere sta guardando, come i magi la cometa. 
Come se non fossimo alla mercé di bande criminali affamate di ogni luccichio brillante in contratti e gare di appalti, come se non fosse in auge il padre di tutti i comandamenti, "vai avanti solo se conosci qualcuno", come se non ci fossero intere regioni del paese in mano a criminalità organizzata, come se la Capitale non fosse teatro di scorribande rievocanti film di Ford e di Leone, come se questo potere non privilegiasse banche ed assicurazioni, come se non si riservassero mire particolari a stravolgimenti di realtà mediante acquisizione di potere mediatico, come se non si fosse stipulato un patto con il padrone di reti tv nazionali al fine di mantenergliele potenti e solide alla faccia di regole democratiche mai applicate negli ultimi trent'anni per via di un consociativismo parossistico sfociante tra non molto in un unico partito che debellerà per sempre l'opposizione e la sua essenzialità in una democrazia seria; come se non sia sotto gli occhi di tutti l'inutilità di certe forme di opposizioni, in combutta con il potere maggioritario che recitando la parte a loro assegnata fanno credere agli allocchi, come me, che il ruolo basilare del controllo della maggioranza è funzionante, palla colossale attualmente, come se non sia mefitico questo continuo ricorso alla fiducia da parte del Governo debellante confronto e dibattito parlamentare, linfa vitale democratica. 

E' normale quindi che si proceda in questa direzione, tra le frescacce esagerate del Presidente del Consiglio, trasformate in verità da media e proni, tra favole recitate a memoria da ministre figlie di funzionari di banca rapinanti denari e risparmi di inermi italici, da sottosegretari di altra sponda politica operanti per il male della giustizia, di saltimbanchi indegni che del trasformismo fanno regola di carriera, di divoratori di equità, di giustizia, di sociale con scopi esclusivi di lucro. 
Sarà consequenziale, un giorno, constatare la fine della libertà, la morte della democrazia. 
E sarà dolore e tristezza infinita per tutti coloro che credono ancora in questa forma di potere che dovrebbe vedere nel popolo il sovrano.
Già! Il Popolo Sovrano: vien da ridere solo a pensarci!

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