Perché me lo ricordate?
Perché mi portate a pensare
che tra 15 giorni dovrò camminare in mezzo alla folla, striturato tra mufloni
infoiati e matrone eccitate, tra fritti e porchette, posseduto dalla dannata
arsura di acquistare quaglie, panni pulenti ogni cosa compresa l'anima,
pela-patate, pela-achacha, che anche se non l'ho mai vista ne possederò almeno
l'attrezzo per tagliarla; e poi stock di calze da usare forse a carnevale,
camice con taglia XXL che a casa risulteranno star strette anche a Fassino, cerbiatti
in peluche, tutti gli animali del creato compreso le foche monache, pentole,
padelle e quant'altro, per poi sommessamente, una volta a casa, frignarne
l'inutilità e cercando ansiosamente un cassonetto idoneo per far sparire ogni
cosa?
Perché mi ricordate che dovrò cercare il parcheggio con la stessa
voluttà di Verdini di trovare una banca e una volta trovatolo sapere che per
tre giorni non muoverò l'auto neppure se Kate Upton mi chiedesse un passaggio
per una baita solitaria?
Perché rimembrare i tre giorni in cui mi scorticherò i
calcagni per i passettini percorsi nel marasma e le carrozzine incombenti,
urtanti estremità e quant'altro, condotte da ignari figuri ottenebrati da
palloncini e zuccheri filati?
Potevate, che so, ricordarmi ad esempio che vivo
in una città dove due piazze su tre sono inutilizzate, ho una centrale Enel che
sputa vapore acqueo e ci sono i filobus che vanno a motore. Almeno ci avrei
riso su!
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