Un luogo ideale per trasmettere i miei pensieri a chi abbia voglia e pazienza di leggerli. Senza altro scopo che il portare alla luce i sentimenti che mi differenziano dai bovini, anche se alcune volte scrivo come loro, grammaticalmente parlando! Grazie!
martedì 1 marzo 2016
La telefonata
Tempo addietro ho scritto melanconicamente del mio amico, gravissimo per una concentrazione di sfiga inaudita. Erano post bui, al limite della disperazione, dell'inaudita ineluttabilità delle vicende terrene a volte oltre che inspiegabili, di un'enorme gravità.
Sembrano passati anni da allora. Scrivevo per non cadere nel baratro dell'impotenza, della rancorosa rabbia contro destino e fato.
Abbiamo pregato, molto, incessantemente. La sofferenza era palpabile negli occhi di tutti. Il silenzio limaccioso, gli sguardi apatici, svuotati da ogni gioia, da ogni guizzo, compagni di quei giorni fuligginosi, sfacciatamente tristi.
Due settimane fa invece, con la velocità propria della luce, il risveglio, le tappe bruciate meglio che un campione di ciclismo! Le prime parole, i primi segni di comprensione, i primi tenui commenti e gli occhi, quegli occhi: accesi ma ricoperti da una spessa coltre di dubbi circa il suo stato.
Giorni volati via tra la gioia mescolatasi con la meraviglia, con la sensazione che "Qualcuno" abbia messo mano alla propria potenza. La vittoria della Vita e dell'Amore!
No! Non sto esagerando! Chi ha vissuto la ripartenza fenomenale, sa di che sto parlando!
Ma il fulcro di quanto detto si è manifestato una sera, anzi voglio essere più preciso: Venerdi 19 febbraio 2016 ore 21:16 gli scrissi, perché sapevo che stava leggendo:
"So che stai mangiando come un lupo e sono contento come un muflone ingalluzzito! Buona notte mitico! E sogni d'oro!"
Alle 21:18 ricevo un sms e con noncuranza acchiappo il cell pensando a chi a quell'ora mi stava spaccando i maroni.
Era lui. "Grazie"
Ora non so se tutti avete visto "Qualcuno volò sul nido del cùculo".
Però vi posso assicurare che feci la stessa espressione di Jack Nicholson allorché dopo aver dato la gomma da masticare all'indiano, che si credeva muto, si sentì rispondere anche lui: "Grazie".
Provai una gioia che non posso descrivere. Un misto tra desiderio di fare una macarena unita ad esplosione di raudi nella sala!
Subito annunciai agli amici la risposta e l'apoteosi ricordo fu generale, con lacrimoni ad ettolitri sparsi in aere.
Ma il massimo fu pochi giorni fa, quando ricevetti la Telefonata! Ero teso come vergine in attesa dello sposo, come Verdini nel vedere una banca, come il Tosco Presidente davanti ad un annuario di Balle Colossali, come il Puttaniere difronte ad un bordello, Fede davanti al Puttaniere, Minzolini ricevente una carta di credito, il Formiga davanti ad un depliant di vacanze esotiche!
Gli parlai senza capire ciò che stavo dicendo!
Questa è la storia dolorosa, inspiegabile ma, grazie a Dio, in via di risolvimento positivo a cui ho partecipato da attore non protagonista. E da questa storia ho tratto alcuni insegnamenti fondamentali per il proseguo terreno: gli amici si devono incontrare, costi quel che costi, i momenti di felicità vanno vissuti sempre col massimo impegno ma soprattutto occorre trovarsi costantemente con animo fiducioso, pregni di speranza, mai soccombenti al dolore, al fine di non distaccarsi ed estraniarsi dalla Luce, sempre splendente, per la quale rendo umana gratitudine e lode all'Autore della Vita!
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