sabato 14 dicembre 2024

Nell'idiozia

 

I guerrapiattisti
di Marco Travaglio
Da agosto, quando Zelensky ebbe l’idea geniale di invadere un fazzoletto di Russia nella regione di Kursk per distogliere truppe russe dal Donbass, le truppe russe non si sono mosse di lì e avanzano molto più rapidamente di prima (10 km al giorno), mentre quelle ucraine nella regione di Kursk non fanno che arretrare. Nessun effetto frenante (semmai accelerante) neppure dalle ultime trovate di Biden, spacciate dalla stampa atlantoide per risolutive: le mine antiuomo (una delizia per i futuri bambini ucraini), definite in passato “militarmente inutili” dallo stesso Biden; e l’ok a bombardare la Russia con missili americani Atacms a lunga gittata, definiti a settembre “militarmente inutili” dallo stesso Pentagono.
Mentre i guerrapiattisti ripetono a pappagallo che dobbiamo sostenere il popolo ucraino che vuole combattere fino all’ultimo (ucraino), la maggioranza del popolo ucraino si dichiara stufa di Zelensky e della guerra, favorevole a compromessi territoriali e contraria a nuovi reclutamenti. Le fughe di soldati dal fronte sono sestuplicate nel 2024 rispetto al 2022-23 e nessuno vuol più farsi arruolare: siamo a 600 mila renitenti e 150 mila disertori, che qualcuno nel governo vorrebbe fucilare, mentre gli Usa si accontentano che Zelensky abbassi l’età di leva da 25 a 18 anni.
Trump fa sapere che Kiev non entrerà nella Nato, non avrà più armi e fondi a getto continuo né il permesso di bombardare la Russia con gli Atacms. Zelensky prepara il suo popolo al negoziato con Putin e alla rinuncia alla Crimea e ai territori occupati, che saranno separati da quelli rimasti sotto il suo controllo (l’80% del Paese) da una forza di interposizione internazionale. Ma l’Ue, ultimo giapponese ignaro della fine della guerra, continua a combattere dai divani di Bruxelles e Strasburgo con armi e prestiti, 500 miliardi di eurobond per la transizione militare, risoluzioni sulla “vittoria” ucraina in Crimea e in Donbass, e cazzia Scholz perché parla con Putin per invitarlo a fare ciò che vogliono Trump e Zelensky: negoziare.
Boris Johnson, il criminale di guerra che fece saltare gli accordi di Istanbul fra Mosca e Kiev nell’aprile del 2022 (mezzo milione di morti fa), confessa al Telegraph che “stiamo combattendo una guerra per procura, ma non stiamo dando agli ucraini la possibilità di fare il lavoro”. Ma è ancora a piede libero.
Mark Rutte, manigoldo Nato, vuole più soldi per le armi e più soldati a spese di “sanità e pensioni” perché “tra 4-5 anni la nostra capacità di deterrenza sarà indebolita e i russi potrebbero pensare di attaccarci” (ma non spiega il perché), ergo “dobbiamo tornare a una mentalità di guerra”. Ma l’ambulanza non arriva mai.

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