venerdì 13 dicembre 2024

L'Amaca

 

Se il mercato non è Dio
DI MICHELE SERRA
In un talkshow degno di fede (ce ne sono! Incredibile ma vero!) sento dire che molte case popolari sono vuote perché mancano i soldi per risanarle.
Servirebbero come il pane.
Penso al fiume di miliardi del Pnrr, anche al molto discutibile 110 per cento che riempì di impalcature le strade più ricche di Milano (non solo quelle; ma sicuramente anche quelle) e so bene che non si devono mischiare le pere con le mele, che la contabilità pubblica è una cosa complicata, che la demagogia è nemica della ragione e spesso anche della realtà.
E però mi chiedo: perché non è un’urgenza politica di primo piano, quella delle case popolari sfitte, e però inutilizzabili per mancata manutenzione? Faccio una previsione facile facile: la casa sarà uno dei prossimi temi caldi, in Italia. Una di quelle cose che tutti chiameranno emergenza sociale pur non essendo, nemmeno un po’, un’emergenza. Semmai un problema strutturale, endemico e vecchio come il cucco.
Il mercato degli affitti è esoso e in certe città quasi estinto. Non esisterebbe polemica attorno ai bed and breakfast se nelle città interessate esistesse ancora, in parallelo, un mercato degli affitti decente, e praticabile. La casa è un bene primario abbandonato da tempo, come tante altre cose, all’arbitrio e agli eccessi della privatizzazione. Il mito del mercato che risolve tutto e ogni cosa illumina, come lo spirito santo, è appunto un mito. Una concezione religiosa del capitalismo.
Bisognerebbe essere laici. Non essendo Dio, il mercato, tocca a Stato e Comuni rimboccarsi le maniche e, umilmente, cercare di provvedere. Per quello che si può.

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