Una differenza di spazio
DI MICHELE SERRA
Tesi di laurea. “Valutazione dello spazio dedicato dai giornali, negli anni, all’inchiesta giudiziaria Open a carico di Matteo Renzi e altri dieci imputati, in rapporto allo spazio dedicato dai giornali all’estinzione dell’inchiesta Open per ‘non luogo a procedere’.”
Sarebbe una tesi di laurea in matematica, ma anche una tesi di laurea sul giornalismo italiano. Richiederebbe un enorme lavoro d’archivio, troppo per un solo studente. Ma darebbe un contributo significativo alla messa a fuoco di una questione, quella giudiziaria, che non è scindibile, in nessun modo, dalla sua rappresentazione pubblica. Il danno di un errore giudiziario è massimizzato dalla strutturale asimmetria del racconto mediatico: massimo clamore per le accuse (TIZIO È NEI GUAI! ), minimo clamore
quando le accuse cadono (Tizio è innocente ).
Un mio caro amico, pubblicamente esposto, mi ha raccontato questo: “Ho avuto alle calcagna, per giorni, la troupe di una trasmissione televisiva nota per le sue ottime inchieste. Ho risposto a tutte le domande che mi hanno fatto. Ero contento di come erano andate le cose. Mi sono detto: adesso manderanno in onda un servizio che dice che sono una brava persona. Ma non è andato in onda nessun servizio. Il fatto che io sia una brava persona non è stato ritenuto di interesse pubblico”. Beh, c’è qualcosa che non funziona. Nella giustizia, certo. Ma anche nell’informazione.
P.S. – Spero che nessuno sia così cretino da pensare che io abbia scritto questa Amaca pro-Renzi. Non sopporto Renzi. Ma sopporto ancora di meno gli amici del capestro.
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