Il 6,1% degli italiani non sa chi sia l’autore della Divina Commedia.
Il 18,4% non può escludere con certezza che Giovanni Pascoli sia l’autore de «I promessi sposi».
Il 41,1% crede che Gabriele D’Annunzio sia l’autore «L’infinito».
Inutile dirvi le percentuali riguardo a chi abbia dipinto la Cappella Sistina.
Nessuno sa le capitali dei principali stati europei, né sa fare 7x8.
Queste sono le persone che guideranno il nostro futuro.
Questi numeri non me li sono inventati io.
Sono l'ultimo Rapporto Censis, appena uscito.
E aggiungo: siamo finiti.
Non c’è modo di tirarci su se non attraverso infiniti sforzi e sacrifici.
I soliti esterofili diranno che il resto di Europa sta meglio.
Ma no, ma no, siamo tutti rovinati.
La gente non sa fare 2+2, non sa scrivere nella propria lingua, non sa dire una frase di senso compiuto senza balbettare.
A questo punto potremmo dire che la scuola sia una Fabbrica di Ignoranti.
Io sono sempre tanto gentile ma anche tanto realistico e mi permetto di essere molto più cattivo: il trionfo dell’ignoranza comincia in famiglia.
Trionfa quando per un giorno intero non abbiamo letto un libro.
Trionfa quando un bambino ci fa una domanda e non ci mettiamo insieme a lui a indagare e a soddisfare la sua curiosità.
O quando guardiamo la televisione: quelle facce brutte che dicono banalità.
O quando invece di documentarci seriamente su un problema di attualità ci guardiamo dieci talk show di gente ridicola che grida.
Trionfa tutte le volte che, invece di darci da fare, ci lamentiamo.
La tua città è ignorante?
E apri un'associazione culturale.
La conversazione ti annoia?
Tira fuori un argomento interessante.
Nella tua città non ci sono libri?
E crea un punto di book-crossing.
E si rubano i libri?
Ottimo! Mettine altri.
Lamentarsi è troppo facile.
E quando si conversa, non avere timore a parlare di arte, fisica quantistica, biologia, storia, enologia, non avere timore a dire quello che sai.
Non dobbiamo sempre dire caz*ate con la bocca piena di spritz scadenti e patatine, qualche volta possiamo anche fare conversazioni nobili e belle.
Nicola Pesce (✍ scrittore)
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