martedì 6 settembre 2022

Travaglio!

 

Lo Ius Soldi
di Marco Travaglio
Al netto delle alluvioni, la tarda estate riserva ogni anno due catastrofi fisse: il Meeting di Rimini e il Forum di Cernobbio. La fauna sui due palchi è identica: leader politici veri o sedicenti in cerca di applausi e di conquibus. La differenza è tutta nelle platee: la prima, di bocca buona e stomaco forte, applaudirebbe pure uno spaventapasseri o un paracarro (l’ultima volta, sia Draghi sia la capa dell’opposizione a Draghi); la seconda, più selezionata e selettiva (sono esclusi i titolari di conti in banca inferiori ai 50 milioni, peggio se incensurati), applaude solo chi le regala miliardi pubblici (il “debito buono” di Draghi) o si spera lo faccia. Ha destato dunque comprensibile stupore, sulla grande stampa, l’arrapamento dei diseredati cernobbiesi per Calenda, versione lievemente più estremista di Bonomi, e Meloni, ex “destra sociale” che ha capito con chi deve stare se vuole andare a Palazzo Chigi e restarci più di una settimana; ma ancor più il “gelo” per Conte, reo di peccati mortali che andiamo qui a elencare con l’ausilio delle migliori gazzette (le quali scambiano per titoli di merito i plausi del padronato, promosso a campione attendibile dell’intero elettorato e a giudice insindacabile dell’affidabilità dei leader).
La Stampa degli Agnelli-Elkann deplora che Conte “per il secondo anno consecutivo partecipa a distanza” e questo già non si fa. Poi “si avvita a concionare sul reddito di cittadinanza davanti agli imprenditori, quasi tutta gente che si alza la mattina per produrre qualcosa e fatica tutto il giorno”: doveva insultare i poveri, come si usa da quelle parti, e aggiungere una parola di compassione per gli eroi che si alzano la mattina per produrre e faticare e devono pure pagare 4 o 5 euro all’ora a quegli sfaticati dei loro inferiori. Non contento, Conte “critica Draghi che da queste parti è santo”. Voto: “S.V.” (senza voto), contro il 7+ di Calenda (“stile guerriero, parla da manager e strappa consensi”) e il 7 di Meloni (“Grande strategia, si sente vincente e non fa errori”) e Letta (“Obiettivo rimonta, punta sulla calma”). Repubblica invece è degli Agnelli-Elkann: “Ancora una volta collegato in video”, Conte non ha “rispetto per una platea che rappresenta, cifre di Ambrosetti, ‘50 trilioni di $ in assets’”: roba che uno dovrebbe andarci a piedi, anzi sulle ginocchia, con la lingua penzoloni. Quindi si becca un bel 3, contro il 7 di Meloni e Letta e l’8 di Calenda. Il Corriere dà primo all’applausometro Brunetta, ma solo perché parla bene di Draghi: “Se continuerà lo spirito repubblicano, resterò ottimista”. Se tornano i Savoia, invece, meno. Ma il vero scoop del Corriere è lo sconvolgente sondaggio fra “i 200 imprenditori e manager presenti”: “Per il 56% è sbagliato vietare i jet privati”. Per non parlare della caccia alla volpe.

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