mercoledì 21 settembre 2022

Un'Amaca stordente

 

L’aggressività dei deboli
DI MICHELE SERRA
L’idea che il politically correct e la cancel culture stiano ispirando nuove forme di censura è tutt’altro che campata in aria. Il recente ostracismo nei confronti di Philip Roth e Woody Allen sulla base del loro comportamento sessuale non depone a favore del moralismo radical — progressista.
Nel frattempo, una ricerca-denuncia di Pen America, associazione nata a tutela della libertà di espressione letteraria, rimette in ordine la mappa dell’intolleranza americana e ci ricorda che l’egemonia, in questo campo, rimane saldamente in mano alla destra.
Negli Stati conservatori (capofila il Texas) è in vertiginoso aumento la lista dei libri messi all’indice nelle scuole.
Murakami, Coelho, Orwell, Salinger, Vonnegut, Tim Morrison, Harper Lee (Il buio oltre la siepe), Spiegelman (Maus)alcuni tra gli autori considerati inopportuni, e come tali indesiderabili.
Leggendo l’elenco degli autori e dei titoli (in tutto 1648: mai visto un gregge di pecore nere così numeroso), è difficile stabilire quale sia la logica discriminatoria; se non un generico principio perbenista che porta a diffidare degli argomenti razziali, di quelli sessuali, di quelli considerati disturbanti o “antipatriottici”. Insomma, leggere non deve turbare le giovani coscienze degli studenti americani, che devono crescere da patrioti, con pochi dubbi e molte certezze, comprese le certezze religiose. Le quali, per mostrarsi spaventate da Paulo Coelho, devono essere ben mediocri e ben fragili. E proprio per questo più aggressive. Più una comunità è salda e forte, più è tollerante. Non è il caso del Texas.

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