Esultano, faticando a rimaner lucidi, Lor Signori alla notizia che le Olimpiadi Invernali del 2026 si svolgeranno a Milano-Cortina. Inquieta riveder certe facce distese e sorridenti alla notizia della scelta del CIO, anche perché molte nazioni si sono saggiamente ritirate dalla corsa in virtù di studi internazionali decretanti il disavanzo economico tra le nazioni organizzatrici di eventi olimpici, dato al 95% dei casi. Ma in questa terra martoriata ed assetata da grandi eventi, da grandi opere, da grandi spartizioni, in questi tempi di carestia dove, per fortuna, degli screanzati hanno cominciato a verificarne le cause e soprattuto gli effetti benefici delle tanto adulate Grandi Opere, attese da molti come la rugiada dagli arbusti assetati dal sole, ogni progetto che plana, come gli aerei di Alitalia al tempo di Luca Cordero, irrora le papille gustative di chi, è un dato di fatto, ha sempre contribuito ad assestare colpi ferali al bilancio statale, senza preoccuparsi minimamente delle ricadute erariali, vedasi Italia 90 diretta e curata dallo stesso Luca Bellachioma o Torino 2006 che ancora stiamo continuando a pagare, con impianti tipo quello del bob divenuto nel frattempo cattedrale nel deserto .. ops! nella neve.
Pescante, Carraro e lui, Malagò gò gò, e poi Beppe Expo gioiscono ben sapendo che da qui al 2026 sarà un dedalo di progetti, progettini, adattamenti di strutture già esistenti, sulla carta il 93%, aumenti di costi, varianti, contro varianti, codicilli, urgenze, bandi e quant'altro fu studiato e modellato da tempo immemore per consumare denaro pubblico in nome del ritorno d'immagine.
Pescante, Carraro e lui, Malagò gò gò, e poi Beppe Expo gioiscono ben sapendo che da qui al 2026 sarà un dedalo di progetti, progettini, adattamenti di strutture già esistenti, sulla carta il 93%, aumenti di costi, varianti, contro varianti, codicilli, urgenze, bandi e quant'altro fu studiato e modellato da tempo immemore per consumare denaro pubblico in nome del ritorno d'immagine.
Per fortuna e per testardaggine della Sindaca più odiata della storia, abbiamo evitato il salasso delle Olimpiadi estive a Roma, e per questo la Raggi dovrebbe essere fatta santa subito. Non siamo riusciti a scansare le invernali del 2026, per fortuna a budget ridotto rispetto all'altra tipologia, mentre tutt'attorno giornaloni e profeti proni si compiacciono di tale manna olimpica, in questo tempo di chiamparinate pro tav, di occultamenti, di desertificazioni mediatiche riguardo ad uno dei più grandi bottini della storia recente, il Mose veneziano che ancor prima di entrare in funzione necessita già di costosissima manutenzione; di arsura generalizzata agognante betoniere e manodopera a buon mercato, innescanti sensazioni d'inquietudine come veder aprire un'enoteca nei pressi di un centro di alcolisti anonimi.
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