sabato 22 giugno 2019

Oggi è così!



Quelle giornate un po’ così quando la valvola di sfiato si ottura e il merdometro interno non riesce a sfiatare! Vi sarà capitato pure a voi di vivere questi momenti altamente dequalificanti l’esterno riflesso nell’interiorità!
E allora pensi, rimugini, alterni battibecchi con te stesso, sfogandoti di quanto ti circonda, un mugugno intrinseco, un’irriverenza estrema con l’habitat che il fato o chi per esso t’ha assegnato.

Dove sono immerso, che cosa riesco ad intravedere di positivo? Sono spettatore di un avanzo di incongruenze che mi vorrebbero far spacciare per normalità! Chi? Lo chiamo sistema perché non riesco ad evincere i contorni di questo corridoio in cui mi hanno intrappolato: non sopporto i falsi moralisti, chi s’erge a capo gita, chi parla, straparla per denaro, chi si confeziona abiti per piacere, piacioni del cazzo. 

So di un famoso intellettuale che una volta è stato contattato per venire a parlare ad un incontro organizzato da una famosa associazione internazionale. Ebbene, sapete questo codardo, infingardo cosa chiese? Le spese del viaggio, e fino qui poteva andar bene, e 600 euro in “nero”. E tutte le volte che vedo un suo articolo altisonante, mi si rivolta lo stomaco, lo evito, non lo leggo e leggerò mai, questa merda finta pensante!

Tipi come lui ce ne sono a bizzeffe e se non sono pagati, agiscono naturalmente in modalità arraffante, pregna di soprusi morali e culturali.
E’ pur vero che se il Giudizio Universale della Cappella Sistina fu cogitato e miracolosamente eseguito dal genio michelangiolesco per avidità, Michelangelo era avidissimo, allora cascano le palle, tutto si ammoscia, i buoni pensieri, le speranze di esistenza di un livello superiore, appassiscono davanti a tanta mestizia.
Sogno l’agire disinteressato, il dispensar di valori posseduti ed elargiti in gratuità. E’ chimera? Direi di si. Quasi tutto viene fatto per denaro. E questo m’inquieta, m’adombra, mancando la libertà d’agire. Si dirà: non si può vivere solo d’aria. E’ vero. Ma un conto è acquisire risorse per dignità personale, altro è trangugiare pedissequamente solo per ossessione.

Sopporto e m’accheto nel pensiero comune che finge di non vedere atrocità infami, come quella gigantesca dei 27 milioni di bimbi fuggiti dalla violenza della guerra, perché sono immerso nel famigerato sistema, lo stesso che nel contempo mi sprona a digrignar denti pensando ad un cucciolo di cane abbandonato, ad addolorarmi per una balena spiaggiata, ad intristirmi vedendo le bottiglie di plastica in mare. Tutti eventi spregevoli certo, ma il mistero per cui non me ne frega nulla dei 27milioni di bimbi è qualcosa che urtica quel poco di normale che ho ancora in me. Lo so, lo so che dietro al menefreghismo umanitario si nascondono trame diaboliche sdogananti il fatto che produrre armi sia un bene per la nostra economia. 
Mi dicono, ci trasmettono il messaggio che non si possono chiudere le cosiddette fabbriche di morte, perché ne va del nostro Pil! Ecco il nocciolo, questo cazzo di Pil! I moniti della Lagarde, Moscovici, Gin Tonic Junker, Angela (Anghela), il nipotino con nonna ed erre moscia naturale, quel pazzo col ciuffo biondo a stelle e strisce, l’assassino rigonfio inoculante radiazioni in corpi altrui, le finzioni belligeranti in nome della pace, ossimoro devastante e normalizzato. 

Dicevo di essere in un corridoio, senza poter vedere spazi areati di immense sale, praterie per l’intelletto. Mi hanno tolto tutto facendomi indossare il grembiulino di scuola fanciullesca; non devo alzare lo sguardo, solo mirar pareti strette, pertugi ove sfogare rabbia, dissapore, incongruenze culturali immarcescibili.
Spero sempre nel miglioramento ma lo spread blocca ogni desiderio di rinascita. Ci lasciano credere che possiamo degustare la vita. Cazzata epica questa. La vera vita è solo nella libertà individuale e di comunità. 

A volte può sembrare che il mio dire si possa associare a quelli che credono alle scie chimiche e ai poveretti devoti del terrapiattismo. Può essere, certo che può essere. Parto però da un teorema: riescono a farci comprare quello che vogliono esponendo merci negli scaffali secondo degli studi; sanno che basta un niente e prendiamo delle cotte per tragedie mediatiche affossanti neuroni in stile Grande Fratello, delle barbaredursate per intenderci; sono certi che compreremo quel prodotto, che useremo dei nostri polpastrelli per strisciare carte al fine d’impossessarsi di ninnoli vuoti. Conoscono la smania comune portante ad aspettare notti per venire in possesso di luccicanti gadgets.
C’intruppano, lo sappiamo tutti. Che altro serve per solidificare la ribellione?      
    

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