domenica 26 ottobre 2025

Circo Barnum

 

Regionali, liste chiuse: vincono impresentabili, ras e transfughi
DI LORENZO GIARELLI E ILARIA PROIETTI
Selezione In Campania il Pd perdona Picarone, indagato per associazione a delinquere, e la destra fa il pieno di trasformisti
Le sfide per la presidenza saranno anche scontate, ma le guerre tra coalizioni e tra alleati per strappare poltrone in Consiglio regionale nascondono storie imperdibili. Fatte di transfughi, cacicchi, indagati, “figli di” e veti, nella peggiore tradizione delle elezioni regionali. Ieri è scaduto il termine per depositare le liste in Campania, Puglia e Veneto (si vota tra un mese).
Eccone allora un’antologia che per forza parte dalla Delukistan all’ombra del Vesuvio. Come sarà la regione dopo lo Sceriffo? Intanto un’idea la danno le liste otto per Edmondo Cirielli e otto per Roberto Fico. E qui viene il bello: a sostegno del candidato del M5S ci sarà anche la lista di De Luca A testa Alta che candida Gennaro Oliviero, presidente del Consiglio regionale epicentro della tesseropoli di Caserta che ha mandato in tilt il Pd. Con Casa riformista ci sono Armando Cesaro (figlio del forzista Luigi, noto come Giggino ’a Purpetta) e Enzo Alaia, appena indagato per corruzione in concorso, mentre nella lista messa in piedi da Clemente Mastella corre suo figlio Pellegrino.
Anche il Pd ha le sue grane. In lista si è trovato posto per Franco Picarone, consigliere uscente indagato per associazione a delinquere. Al contrario di Massimo Schiavone, (figlio del patron delle cliniche Vincenzo) coinvolto con Oliviero nell’affaruccio tessere gonfiate che avevano indotto Schlein a mandare Susanna Camusso a commissariare il partito a Caserta. O forse è solo una questione di pesi, visto che Schiavone era il candidato di Pina Picierno, eroina della destra dem, che ieri ha sbottato: “Esclusione inaccettabile”.
Per sostenere Cirielli invece la destra si è trasformata in un suq di transfughi. Giusto per dare l’idea dei candidati che hanno cambiato casacca negli ultimi mesi: Giovanni Zannini (indagato per corruzione, eletto con De Luca e passato a FI), Ernesto Sica (da FI a FdI), Nicola Caputo (assessore con De Luca, entrato in FI), Michela Rostan (ex Pd, Leu, Iv, FI e ora in Lega), Alfonso Piscitelli (da FdI alla Lega), Massimo Grimaldi (da FdI alla Lega), Vincenzo Santangelo (da Iv a FdI). In corsa anche parenti illustri, come Ira Fele (FdI), moglie del deputato meloniano Michele Schiano, e Ione Abbatangelo, figlia dell’ex parlamentare missino Massimo. FdI ripropone pure Marco Nonno, a giudizio per devastazione e saccheggio. Noto, ma impossibile da dimenticare, è poi il derby tra Gennaro Sangiuliano (FdI) e Maria Rosaria Boccia, ex amante candidata con la lista di Stefano Bandecchi.
Il fallimento in Toscana ha condotto a miti consigli Roberto Vannacci, il quale non sarà candidato in Puglia a sostegno di luigi Lobuono. La Lega si è affidata al deputato Roberto Marti ma anche a un vecchio amico: con la regia di Massimo Cassano correranno tra gli altri Antonio Paolo Scalera, eletto l’ultima volta nella civica La Puglia Domani e il collega Napoleone Cera, arrivato da FI. Forza Italia invece può contare su un recordman di preferenze come Massimiliano Stellato, giunto tra i berlusconiani dopo un lungo safari tra Pd, Iv, Udc, Udeur e tanto altro. Altrettanto irrequieta la carriera politica di Anna Carmela Minuto, pure lei con FI. Dopo anni con l’Udc, nel 2018 è entrata in Forza Italia salvo poi migrare nella Lega nel 2022 (garantendosi la nomina nel cda di Difesa servizi), prima del rientro in FI.
Tra i nomi noti a sinistra invece c’è Nichi Vendola, che torna candidato dopo dieci anni senza incarichi: l’inchiesta Ilva? Tutto è dimenticato.
Nel Veneto Luca Zaia sarà capolista della Lega per fare incetta di voti per Alberto Stefani (sfida Giovanni Manildo) e marcare la differenza coi vannacciani (che pure ci sono, vedi Stefano Valdegamberi e Milena Cecchetto). Ma il timore dell’emorragia di consensi si è già manifestata con gli addii. Tipo quello di Luciano Sandonà, ex zaiano passato con FdI a Padova; o Gabriele Michieletto, finito coi Popolari (che hanno un loro candidato presidente, Fabio Bui). Sempre in FdI corrono Marco Andreoli, nel 2020 eletto con la Lega, e Silvia Rizzotto, già lista Zaia. Toni Da Re, storico esponente della Lega e già europarlamentare, espulso dopo aver insultato Salvini, è invece in lista con FI. Non mancano nomi dal curriculum bizzarro: in FdI corre la contessa Alvina Verecondi Scortecci, protagonista dell’Isola dei Famosi 2024.

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