Il frate dei trust cura i conti dei cavalieri di Malta
DI THOMAS MACKINSON
“Sono impegnato, sono in riunione. Sto partendo.” Atterrato “Fra-Jet” decolla “Fra-Trust”. E chissà dove va così di fretta Fra Francis J. Vassallo, 76 anni, nuovo ministro delle Finanze del Sovrano Ordine di Malta, l’uomo che amministra un patrimonio di oltre 200 milioni di euro tra immobili, terreni e partecipazioni.
Alle sue mani è affidato il destino dei lasciti secolari di nobili e benefattori di tutto il mondo che volevano finanziare ospedali e opere di bene per l’aiuto e il soccorso in favore di poveri e di malati, e che invece – come ha documentato il Fatto – servono oggi solamente a mantenere lussi e privilegi del Sovrano Consiglio: jet privati, indennità d’oro, appartamenti di servizio con utenze e pulizie incluse e castelli che cadono a pezzi.
Forse stava partendo per Malta. A Qormi, sobborgo industriale a dieci minuti dall’aeroporto, c’è una palazzina beige e blu con una targa lunga come un autobus: FJ Vassallo & Associates Group. È la sede del gruppo di consulenza che porta il suo nome. Sul sito si legge: Helping you grow your wealth — “Aiutarti a far crescere la tua ricchezza”. Per farla crescere, il frate che ha fatto voto di povertà mette a disposizione tutto il suo know-how di ex banchiere: trust, fondazioni, pianificazione fiscale, immatricolazioni di yacht e residenze agevolate per chi cerca un porto sicuro – anche fiscale. Altro che opere di misericordia: qui si assiste solo i ricchi a restare tali, spiegando come evitare di pagare le tasse.
Eppure Fra Vassallo è un professo solenne, un frate a tutti gli effetti. Ha pronunciato i voti di povertà, castità e obbedienza nel 2021, nella cattedrale di San Giovanni a La Valletta, alla presenza dell’Arcivescovo. Lo stesso anno la sua società annunciava “una crescita significativa nel settore fiduciario e regolamentare”. Come in “Dottor Jekyll e Mister Hyde”, convivono in lui due vite parallele: una in abito corale con croce ottagona da Cavaliere Professo, l’altra in doppiopetto blu e gemelli d’oro da uomo d’affari.
Da giugno 2025 siede nel Sovrano Consiglio come Ricevitore del Comun Tesoro, cioè ministro delle Finanze. Ed è lui a gestire il “tesoro comune”: 919 immobili, 5 mila ettari di terreni, società agricole, contratti di locazione e partecipazioni. Un impero di lasciti che dovrebbe sostenere i poveri e i malati e che invece è diventato un labirinto di morosi, contratti scaduti e aziende in rosso.
Ex governatore della Banca Centrale di Malta, per 25 anni manager della Chase Manhattan Bank, poi fondatore di un gruppo internazionale che dal 1998 si occupa di finanza e diritto tributario. Il suo nome compare in una sessantina di società segnalate nei Paradise Papers: come “director”, “officer” o “rappresentante legale”. Tutto lecito, ma la fotografia è impietosa: un esperto di “ottimizzazione fiscale” chiamato a custodire il tesoro di un ordine che predica la povertà, ma il cui Gran Maestro Fra John Dunlap, avvocato canadese, è soprannominato “Fra Jet” per i suoi viaggi in business class con segretaria e maggiordomo: solo nel 2024 ha speso quasi 200 mila euro tra voli, hotel e ristoranti, inclusi 18 mila per un jet privato verso l’Ungheria.
Nulla a che vedere con la vita dei volontari del Corpo di Soccorso che comprano le ambulanze di tasca propria e fanno benzina con la loro carta, come ha raccontato al Fatto Vincenzo Lucisano, responsabile per la Lombardia. I frati professi del Sovrano Consiglio vivono invece a spese dell’Ordine in via Condotti: alloggi gratuiti con utenze, pulizie, domestici, maggiordomi e perfino abbonamenti a Sky. In più ricevono un’indennità mensile tra i 5 e i 10 mila euro, secondo il grado. E ora, a gestire quei conti, c’è un frate che nella vita si è arricchito insegnando ai milionari come pagare meno tasse nei Paesi dove i volontari portano medicine e cibo ai poveri.
La missione originaria dell’Ordine — servire i malati e gli ultimi — è stata sostituita da una logica di rendita che arricchisce chi sta in cima, mentre castelli e aziende agricole cadono a pezzi e le offerte d’affitto più redditizie vengono ignorate. “Terre dei Cavalieri” possiede 5 mila ettari, ma la società che li gestisce, S.Agri.V.It Srl, è in perdita e rischia il fallimento. Un imprenditore trevigiano racconta al Fatto di aver offerto 300 mila euro l’anno per affittare 200 ettari di vigneti in Friuli, inviando quattro proposte rimaste senza risposta. Finivano allo stesso indirizzo: quello di Giorgio Amodeo, direttore generale e fiduciario del Gran Magistero. Un’altra storia di occasioni sprecate e silenzi dorati.
Papa Francesco aveva provato a cambiare le cose: commissariamento nel 2017, riforma nel 2022, richiami continui alla “povertà evangelica”. Ma tre anni dopo il messaggio è rimasto appeso come un post-it sui muri del Palazzo Magistrale, dove i membri del Sovrano Consiglio continuano a vivere invece di ritirarsi in convento, come il Papa avrebbe voluto. La riforma scritta dal cardinale Gianfranco Ghirlanda, referente vaticano per gli Ordini religiosi, è lettera morta: alla prima domanda del Fatto, il porporato ha riattaccato. Così a vigilare sulle casse dell’Ordine non c’è un frate scalzo ma un ex banchiere con business center a Malta e un motto da private banker.
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