Crisanti parla come tutti dovrebbero fare in questa ecatombe pandemica. Senza peli sulla lingua, ricordando che i morti di oggi si sono infettati nelle feste natalizie, quando il Dragone non ebbe il coraggio di chiudere ristoranti ed affini.
Questa è l'intervista di oggi sul Secolo XIX
l'intervista di Francesco Rigatelli
«Draghi vuole fare come Boris Johnson senza dirlo. E i presidenti di Regione tentano di non finire vittima dello scaricabarile dei contagi, dei ricoveri e dei morti per evitare di chiudere e non perdere consensi».
Per Andrea Crisanti, professore ordinario di Microbiologia all'Università di Padova e all'Imperial College di Londra, «la coda della pandemia sta tirando fuori tutta l'ipocrisia della politica italiana, in cui i problemi si nascondono sotto il tappeto e non si prevengono mai, figurarsi se si affrontano. Guarda caso prima che la variante Omicron sconvolgesse i piani vaccinali, mettendo in luce il ritardo delle terze dosi, nessuno si preoccupava di come venivano conteggiati i positivi».
Per il presidente del Veneto Zaia vanno contate solo le persone con sintomi, non ha senso?
«Dimentica il concetto di malattia trasmissibile, per cui chi è infetto può trasmettere. La verità è che le Regioni stanno facendo di tutto pur di non diventare rosse dopo che il governo non ha chiuso per tempo ristoranti e locali di ritrovo. A questo punto lasciar correre è una strategia comprensibile, ma lo si ammetta chiaramente. Invece il governo fa finta di nulla. Almeno Johnson ci mette la faccia mentre fa correre il virus con un prezzo da pagare di 15 mila morti pur di arrivare all'immunità di gregge. E ce l'ha quasi fatta».
E in Italia?
«Il prezzo di vite sarà simile. Il Green pass del resto non è una misura di sanità pubblica, ma solo una spinta alla vaccinazione. Il concetto veicolato anche dal premier che il certificato garantisca ambienti sicuri non è vero. Ed è un argomento a cui si attaccano i vari no- vax e no- pass».
Un ambiente di vaccinati con tre dosi non è meglio di uno con non vaccinati?
«È un po' meglio, ma non dà garanzie».
Non garantisce di non finire in ospedale?
«Sì, ma il Green pass resta inutile».
Non spinge alla vaccinazione?
«Sì, ma non blocca il contagio».
Però la strada scelta da Draghi e dalle Regioni potrebbe funzionare?
«Sì, copiano l'Inghilterra senza avere il coraggio di spiegarlo alla gente».
Nel frattempo Omicron farà tanti morti?
«Si punta sul fatto che generi meno malattia e arrivi al picco entro gennaio, ma in realtà alla fine avrà un impatto uguale a Delta, se non peggiore».
E allora perché anche lei non vede male la linea inglese?
«In Italia si arriva tardi come al solito. Omicron andava fermata subito chiudendo i ristoranti e rimandando le scuole. Ora è troppo tardi e l'unica è aspettare che passi. Anche un lockdown rimanderebbe solo il problema. Meglio arrivare a 300 mila contagiati al giorno, far circolare i non vaccinati per contagiarli tutti e puntare all'immunità di gregge».
Fino alla prossima variante?
«Chi lo sa, ma la stabilizzazione di Omicron per cui si insegue l'immunità di gregge è solo una speranza. Non è detto che Delta sparisca, le due varianti potrebbero convivere e restare pericolose».
Endemizzazione, raffreddorizzazione... tutte speranze senza basi?
«Omicron è meno virulenta, ma più trasmissibile e nel complesso al momento può fare ben più danni del raffreddore. Inoltre, non è detto che sostituisca Delta da cui il dubbio sull'endemizzazione».
Se il quadro è questo perché le Regioni dovrebbero far finta di non vederlo?
«Restare in zona gialla porta voti e nessun presidente di Regione vuol perdere consensi».
E gli ospedali?
«I morti non votano purtroppo».
Il mondo scientifico non si oppone?
«Tutte le associazioni di categoria denunciano da giorni la situazione drammatica degli ospedali. Il Cts all'inizio era incompetente, poi è stato rimpolpato, ma resta appiattito sulla politica. In Inghilterra gli scienziati sono rimasti molto più indipendenti. Sull'obbligo, sulle chiusure, sulle scuole, sui tamponi rapidi e sulle quarantene non si è sentito nulla di scientifico».
Cosa avrebbe dovuto dire?
«Che l'obbligo va fatto per tutti e che imporlo in ritardo agli over 50 non impatta sulla dinamica in corso. E che i ristoranti andavano chiusi per tempo o che si deve ammettere di perseguire l'immunità di gregge con un costo di ricoveri e morti».
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