martedì 18 gennaio 2022

Così è!

 

I super ricchi del mondo raddoppiano i patrimoni In Italia ora sono 49
di Rosaria Amato
ROMA — Ogni 26 ore un nuovo miliardario entra nella ambita lista di Forbes , ogni 4 secondi una persona muore per mancanza di accesso alle cure, per gli impatti della crisi climatica, per fame o per violenza di genere. In un mondo dove le differenze fra ricchi e poveri sono sempre più marcate, l’Italia non fa eccezione: secondo il Rapporto di Oxfam a fine 2020 il 5% più ricco degli italiani deteneva una ricchezza superiore a quella dell’80% della popolazione. E anche la lista Forbes dei miliardari italiani si allunga: tra marzo 2020 e novembre 2021 il numero è passato da 33 a 49 e il valore dei patrimoni dei super-ricchi è cresciuto del 56%, toccando quota 185 miliardi di euro. E ancora, i 40 italiani più ricchi posseggono l’equivalente della ricchezza netta del 30% degli italiani meno abbienti (18 milioni di persone).
Tra i nuovi ingressi 2021 non ci sono sorprese, i cognomi vanno dai Caprotti di Esselunga ai Marcegaglia dell’acciaio ai Benetton a Elkann e Della Valle. Forse il meno conosciuto è Sergio Stevanato, uno dei principali produttori mondiali di fiale di vetro per la farmaceutica.
Nel mondo i miliardari sono arrivati a 2755, in un anno se ne sono aggiunti 660. I dieci più ricchi hanno raddoppiato i loro patrimoni da 700 a 1.500 miliardi di dollari, in testa Elon Musk, Jeff Bezos e Bernard Arnault. I 49 italiani sono più dei miliardari francesi, 41 su una popolazione di 67 milioni di persone, ma molto meno dei tedeschi, più di 130 su una popolazione di 83 milioni.
Al di là dei miliardari, tra il 2000 e il 2020 le quote di ricchezza nazionale netta detenute dal 10% più ricco dei nostri connazionali e dalla metà più povera della popolazione italiana hanno mostrato un andamento divergente. La quota di ricchezza detenuta dal top 10% è cresciuta di 2,5 punti percentuali, mentre la quota della metà più povera degli italiani si è ridotta di 4,6 punti.
La pandemia ha gettato nella povertà un milione di persone, sono aumentati i lavori con salari bassi, i part-time involontari. I sostegni offerti dal governo hanno aiutato chi era in difficoltà, ma le riforme strutturali, a giudizio di Oxfam, non frenano abbastanza la crescente disuguaglianza: «La riforma fiscale - osserva Misha Maslennikov, policy advisor di Oxfam Italia - favorisce soprattutto i redditi medio alti, tra 42.000 e 54.000 di reddito annuo imponibile, e in più per gli autonomi rimane un sistema forfettario iper generoso, mentre sui redditi da capitale c’è la flat tax. La progressività insomma si applica solo ai redditi da lavoro, e non aiuta in nessun modo il 20% di redditi più bassi, sotto la tax area. Sugli ammortizzatori sociali si sono lasciati fuori gli autonomi, a parte l’Iscro. Si è persa l’occasione per riforme redistributive. La tassazione della ricchezza è fuori dall’agenda politica, e non si è presa in considerazione neanche la possibilità di tassare i trasferimenti di ricchezza tra generazioni».

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