lunedì 4 ottobre 2021

Missione compiuta!

 


Suonino le campane a festa, la tavola si riapparecchi perché, stando agli exit poll, Virginia Raggi non sarà più sindaco di Roma!
Ce l'hanno fatta! Complimenti di cuore a tutti coloro che per cinque anni hanno travisato la realtà, che li faceva soffrire tremendamente, al fine di evitarne la riconferma.
E' stata derisa, insultata, è stata fatta passare come una divoratrice di uomini (ricordate il titolo di quell'opuscolo ignobile che chiamano "Libero" a firma di quel poveretto di Feltri che a nove colonne sbraitava "Patata Bollente"?) un'inetta, pazza, poco di buono, incompetente, le è stata addossata la colpa dei rifiuti lasciati allo sbando per le vie della capitale, di competenza invece di fi-fi Zinga e della regione Lazio, l'hanno incolpata di aver macchiato il prestigio della nazione non volendo le prossime olimpiadi, generanti normalmente debiti per decine di miliardi, hanno sorvolato sul fatto che Atac l'azienda dei trasporti fosse al collasso finanziario al tempo del suo arrivo al Campidoglio, e che con quel baratro nessuno avrebbe potuto far granché se non cercare di rientrare degli scellerati debiti delle passate amministrazioni; l'hanno boicottata in ogni dove, l'hanno combattuta aspramente perché con lei i contratti si contraevano legalmente e non in modalità volemose bene del passato buio e trasudante olezzo mafioso; l'hanno calunniata, persino coloro che andarono dal notaio, guidati da mano e (poca) mente ebetina, per sfanculare quel "poco di buono" di Marino, della stessa pasta di Virginia, perciò tendente alla legalità.
Or dunque Virginia passa la mano e d'incanto vedrete che sia il pappagorgia Gualtieri che l'araldo del fasciodestrismo Michetti, percorrenti con tonalità leggermente differenti lo stesso sentiero luminoso, in termini di rimpatriata dell'azienda degli affari, saranno vezzeggiati, coccolati, agevolati da quella forma insalubre di serventi lor signori che ancora molti hanno il coraggio di definire giornalisti.
E' tempo di resa, di retrovie, di deporre le voglie di cambiamento. Roma tornerà quella di un tempo, per il bene di pochi e l'imbambolimento di molti.

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