Ci voleva un fresco premio Nobel per zittire il comune senso dell'indecenza portata a normalità e corroborato da pennivendoli mosci ed inani, da peripatetici farfugliatori a pagamento, sul tanto amato e mefitico Pil!
Se penso a quante volte ho sussurrato a me stesso tale ovvietà, nascosto in antibagni per paura di essere tacciato di insensatezza, di vivere fuori da questa realtà tanto perfetta e genitrice di ultra e diversamente umani!
Ma a Parisi invece nessuno ha osato replicare in proposito, perché fino a quando considereremo stokkazzo di Pil come il totem, l'indicatore del nostro benessere, checché ne sproloqui irragionevole il sole24oredistaceppa, non solo non avremo mai una visione reale del benessere, ma concorreremo pervicacemente alla distruzione del pianeta!
Se la ricchezza resterà centrale il futuro sarà triste, dice il Nobel: un concetto chiaro, lapalissiano, agevolante finalmente una sana e robusta rivolta degli ancora tantissimi cuori sempre desti e riluttanti verso quel torpore mediatico obnubilante tante e troppe coscienze.
Da tempo immemore ci fracassano le gonadi spingendoci agli acquisti sempre più effettuati in modalità cazzo&campana, continuamente ci logorano i testicoli spronandoci a far innalzare sempre più l'asticella del famigerato Pil.
Pregni d'agii e lontani anni luce dalla realtà, i nostri rappresentanti politici da noi foraggiati con oltre 13mila euro mensili, fingono sorpresa e stupore davanti alle parole di Parisi, non capacitandosi di come una mente così aperta e spettacolare, possa aver cogitato tale astrusità. Spero sia l'inizio di un sollevamento di pensiero in grado di abbattere casta, privilegi e prevaricazioni sociali.
Grazie Nobel Parisi!
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