Papeete voodoo
di Marco Travaglio
Noi, per carità, non crediamo a certe cose. Infatti nel 2013 ci facemmo una grassa risata quando Calderoli, noto per essersi sposato con rito celtico davanti al druido, sostenne che il padre della Kyenge gli aveva fatto la macumba nel suo villaggio in Congo perché lui aveva simpaticamente paragonato la figlia ministra a un orango. La scena, mutatis mutandis viridibus, s’è ripetuta il mese scorso, quando Salvini di passaggio a Pontassieve è stato aggredito da una tizia di origini africane che gli ha strappato la camicia e il crocifisso urlandogli “Io ti maledico!” e l’autorevole il Giornale ha scritto che non era il gesto di una fuori di testa, ma un “rito voodoo di magia nera”. E noi di nuovo giù a ridere, anche perché la collezione di rosari sbaciucchiati e il filo diretto con la Madonna di Medjugorje ci parevano sufficienti a immunizzare il Cazzaro da simili diavolerie. Ora però stiamo riconsiderando la nostra posizione alla luce degli ultimi eventi.
È vero che da quell’8 agosto 2019 al Papeete non ne ha più azzeccata una. Voleva i pieni poteri e ha perso pure i semipieni. Voleva le elezioni subito e, se gli va bene, si vota nel 2023. Voleva l’arresto di Conte per i più fantasmagorici reati perché osa batterlo nei sondaggi e ora lo battono pure Zaia e Meloni. Voleva l’Emilia-Romagna per dare la spallata al governo e s’è lussato la spalla. Puntava tutto su Fontana, orgoglio e vanto del modello Lombardia, e sappiamo com’è finita. Seminava terrore sui migranti ed è arrivato il Covid che ne fa molto di più. E lui, a furia di chiudete tutto-aprite tutto, metto la mascherina-levo la mascherina, s’è un po’ sputtanato, anche perchè ogni suo comizio è un cluster. La grande occasione di riscatto erano le Regionali, quelle del “vinco 7 a zero e do la spallata a Conte”, con l’aggiunta del martirio al processo Gregoretti. Ma, nel rush finale, ha incontrato la strega di Pontassieve: sconfitta 3 a 4 e altra spalla lussata. Tant’è che, avendone solo due, per i ballottaggi comunali se n’è fatta prestare una da Siri: botte da orbi dal Sud a Lecco, Corsico, Legnano e Saronno. E al processo niente martirio: i pm han chiesto l’archiviazione, il gup sentirà come testimoni Conte, Di Maio, Toninelli e Trenta. Lui ha esultato come se fossero imputati. La Bongiorno voleva spiegargli la differenza, ma era sotto una lastra di marmo lì attaccata da 90 anni e venuta giù appena visto Salvini. Geniale anche lo slogan sulle t-shirt per i fan che dovevano accorrere a Catania in sua difesa, ma non sono venuti: “Processate anche noi”, subito adottato dai pm che gli stanno arrestando mezza Lega. Noi, per carità, non crediamo a certe cose. Ma delle tre l’una: o il voodoo esiste, o la Madonna di Medjogorje non esiste, o è incazzata nera.
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