giovedì 8 maggio 2014

Ritorno amaro


Salvini ritornato a casa dalla sciagurata trasferta di Napoli (un grazie commosso al partito borbonico) è stato preso a calci in culo anche dalla zia per non aver fatto i necessari vaccini richiesti dalle asl padane in caso di spostamenti in meridione, dalla suocera che ferita per averlo visto in quella nazione ha deciso di non preparargli più polenta e capriolo per colazione ed infine dallo zio che poi è il responsabile del trasporto dell'acqua sacra del Po a Venezia, il quale si è adirato perché Matteo non si è cambiato completamente gli abiti una volta arrivato vicino a Bergamo, con il rischio di portare virus sconosciuti nel Nord.


Alla fine al povero Salvini non è rimasto altro da fare che rifugiarsi a casa Calderoli dove assieme, tra una gara di rutti ed una partita al gioco "caccia al terun", hanno messo in campo nuove strategie per risollevare la Lega, tra le quali pare vi sia il finto ritrovamento nel giardino di Borghezio, di un libro sacro scritto da una divinità nordica ancora da definire, libro che investirà di poteri soprannaturali qualcuno a scelta tra Gipo Farassino, la cognata di Maroni e il redento Pier Moscagiuro, diventato tra l'altro famoso produttore di gorgonzola, grazie ai fondi che la stoica compagna Rosy Mauro è riuscita a portar via da Roma Ladrona.

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