Le diatribe propagandistiche insulse ed abbiette di questa campagna elettorale, con tutto il contorno di ripicche, di strategie infauste, di candidati svuotati di idee e contenuti, la ricerca di visibilità e consensi di squallidi personaggi oltremodo coinvolti in affari loschi, le promesse di chimere irrealizzabili, i discorsi vacui sul nulla per mascherare un'avida ricerca di potere, tutte queste frattaglie perdono valore, lucentezza, importanza, memoria davanti alla Frase pronunciata ieri ad Amman da Papa Francesco:
"Io mi domando che vende le armi a questa gente per fare la guerra?"
Parole che conducono i sani di mente e d'onestà verso il cuore del problema da cui scaturiscono intrecci impensabili tra potere politico, economico ed imprenditoriale, un connubio mortale, una morsa velenosa alla libertà, alla democrazia, al vivere civile di un'umanità molto spesso violentata, attraverso progettuali pratiche diaboliche generanti disparità economiche, sociali e di opportunità che innescano un primordiale desiderio di rivalsa e, consequenzialmente, mercimoni in nome del lucro, del potere di queste multinazionali belliche, per di più statali, vero cuore pulsante di questo mondo sempre più in guerra con se stesso.
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