sabato 13 maggio 2023

L'Amaca

 

Il pensiero dominante
DI MICHELE SERRA
Nella sua lunga lettera a Repubblica Luca Barbareschi, oggetto di polemiche per alcune sue parole piuttosto sgraziate sul movente auto-promozionale di alcune denunce per molestie sessuali, dice diverse cose interessanti, qualcuna condivisibile e una molto condivisibile: un sacco di gente legge i titoli degli articoli e non gli articoli. E poiché (aggiungo io) i titoli sono quasi sempre peggiori degli articoli, l’opinione pubblica è peggiore di quello che potrebbe essere.
C’è un solo punto sul quale Barbareschi, secondo me, ha torto, ed è un torto così tipico, e così significativo, che vale la pena spendere qualche parola in proposito.
Dice: «Rivendico l’autonomia da questo pensiero dominante». E poiché l’argomento in questione sono le molestie sessuali, mi chiedo se davvero Barbareschi creda che il «pensiero dominante» sia quello — semplifico — di# MeToo . E non quello, che ha radici secolari e vasto seguito popolare, che considera esagerata la reazione delle molestate, o addirittura ne valuta la complicità oggettiva (“era vestita in modo provocante”, “se l’è cercata”, eccetera).
I movimenti per i diritti sono spesso aggressivi e fuori misura. Ma lo sono proprio perché non sono affatto «pensiero dominante». Lo fossero, perderebbe scopo e consistenza l’aggressività. L’idea fissa degli italiani di destra (spero che Barbareschi non si senta offeso dalla definizione) è di essere anticonformisti e liberi dai pregiudizi, piuttosto che ammettere di essere in buona sintonia con mentalità, pensieri e opinioni massicciamente maggioritari.
Conformisti che se la tirano da frondisti, anche quando sono al governo. Non è un po’ comodo?

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