martedì 30 maggio 2023

D'accordo

 

In Ucraina. L’unico interesse dell’Italia è difendere la pace, non inviare armi
di Alessandro Orsini
Il fine delle mie analisi è difendere l’interesse nazionale dell’Italia che coincide con la difesa della pace giacché le guerre danneggiano l’interesse nazionale dell’Italia sempre a causa della struttura delle relazioni internazionali sorta dopo la Seconda guerra mondiale.
Scoppiata la guerra, enunciai la seguente regolarità: “Per ogni proiettile della Nato che l’Ucraina lancerà contro la Russia, la Russia lancerà dieci proiettili contro l’Ucraina”. Detto più semplicemente, per ogni passo avanti, l’Ucraina farà due passi indietro. L’osservazione distaccata della realtà mostra che questa regolarità ha trovato continue conferme e induce a ritenere che continuerà a trovarle nel prossimo futuro portando la guerra verso esiti più tragici. Data la complessità della materia, presenterò le prove che dimostrano la correttezza della mia intuizione per concludere con un monito sull’escalation nucleare. Quanto alle prove, la Russia ha cercato una mediazione prima dell’invasione e dopo lo sfondamento del fronte. Prima dell’invasione, il blocco occidentale ha respinto le richieste del Cremlino. Dopo lo sfondamento, Biden e Johnson, come sappiamo dall’ex premier israeliano Bennett, hanno minato le trattative tra Zelensky e Putin nel marzo 2022. Biden è contrario persino a un cessate il fuoco mediato dalla Cina che John Kirby ha definito “inaccettabile”, il 17 marzo 2023. La guerra si è aggravata. L’Ucraina ha terminato la controffensiva nella regione di Kharkiv a settembre 2022 (un passo avanti) e la Russia ha mobilitato nuovi soldati e annesso quattro regioni (due passi indietro). L’Ucraina ha colpito il ponte di Crimea nell’ottobre 2022 (un passo avanti) e la Russia ha reagito con una spaventosa campagna missilistica contro l’Ucraina (due passi indietro). L’Ucraina ha ripreso Kherson nel novembre 2022 (un passo avanti) e la Russia ha spostato i soldati in Donbass conquistando Soledar e Bakhmut, la battaglia più importante della guerra (due passi indietro). L’Ucraina ha ottenuto i carri Leopard (un passo avanti) e la Russia ha annunciato il trasferimento delle testate nucleari in Bielorussia (due passi indietro). Quando Biden ha detto sì all’addestramento degli ucraini agli F-16 (un passo avanti), Putin ha trasferito le sue testate nucleari in Bielorussia (due passi indietro).
Vengo al pericolo dell’escalation nucleare. Putin userà le armi nucleari se rischia di perdere la guerra. Questo impone al governo Meloni di soppesare l’apparato militare. In caso di guerra con la Russia, Meloni sarebbe in grave difficoltà nel difendere il Paese con le proprie forze a causa dell’enorme debolezza del suo apparato bellico, sprovvisto persino di carri armati e con una flotta debolissima rispetto all’impresa che si configura all’orizzonte. Che cosa fare?
Se il governo Meloni opta per l’aggravamento della guerra, deve armare la Marina militare con urgenza per proteggere il fianco Mediterraneo e, quindi, deve spostare le risorse dall’Ucraina verso la Sicilia tenendo per sé le poche armi di cui dispone e producendone di nuove da trattenere sul territorio nazionale. Deve inoltre valutare la possibilità di tornare alla leva obbligatoria giacché il passaggio all’esercito professionale escludeva la possibilità di una guerra con la Russia. Il governo Meloni dovrebbe sganciarsi dalla linea di Biden e assumere la guida della diplomazia in seno all’Unione europea. Tuttavia, se Guido Crosetto vuole alimentare la guerra, allora sta sbagliando tutto. La Russia sta combattendo una guerra esistenziale e noi stiamo procedendo verso l’escalation nucleare.

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