sabato 20 maggio 2023

Fantastica!

 

Che bel rinascimento saudita tra torture, abusi e uccisioni
DI DANIELA RANIERI
Una notizia che non leggerete sul Riformista diretto da Matteo Renzi. Il rapporto 2022-2023 di Amnesty International assegna all’Arabia Saudita un primato mondiale: triplicate le condanne capitali, processi iniqui e sommari, discriminazione contro le donne, torture, sfruttamento del lavoro, abusi e maltrattamenti sui migranti, sgomberi di massa di residenti le cui case sono state demolite per far posto alle costruzioni faraoniche che devono rispecchiare l’ego del principe ereditario Mohammed bin Salman, nominato capo del governo dal padre, il re. È il famoso Rinascimento arabo. L’osservazione riguarda il 2022, l’anno in cui è emerso che il senatore della Repubblica italiana e consulente della monarchia Saudita aveva incassato 1,1 milioni di euro per “prestazioni fornite in qualità di consulenza”, come lui stesso dichiarò in seguito a una segnalazione di operazione sospetta di Bankitalia partita dopo il bonifico.
Ricorderete il video della “intervista” al principe (che non ha molto in simpatia i giornalisti veri, mentre paga profumatamente quelli farlocchi): mentre lui conversava amabilmente in googlish col principe chiamandolo “amico mio” e “Vostra Altezza”, in Italia, nel mezzo di una pandemia, si consumava una crisi di governo provocata proprio da lui. “È un grande piacere e onore essere qui col grande principe Mohammad bin Salman. Per me è un privilegio poter parlare con te di Rinascimento. Credo che l’Arabia Saudita possa essere il luogo per un nuovo Rinascimento”. Del resto Renzi si vende il Rinascimento da quando era sindaco di Firenze. Peccato che, se vivesse oggi a Riad, l’omosessuale Michelangelo sarebbe arrestato, frustato, internato in clinica psichiatrica e assassinato con esecuzione pubblica. Mentre Conte, coi suoi Dpcm e le conferenze stampa ore pasti molto invise ai giornali d’establishment, era un “vulnus per la democrazia”, il principe era un modello anche per le democrazie occidentali: Renzi disse di “invidiare il costo del lavoro” del Paese, dove milioni di immigrati lavorano in condizioni di schiavitù (ma forse si riferiva al suo costo del lavoro: fino a 80mila euro l’anno). I petrodollari abbassano la soglia morale rasoterra. Dal report di Amnesty risulta che il Paese ha triplicato il numero delle esecuzioni capitali, dalle 65 del 2021 alle 196 del 2022, con la messa a morte di 81 prigionieri in un solo giorno per reati come terrorismo, omicidio, ma anche “danno al tessuto sociale e alla coesione nazionale” e “partecipazione e incitamento alla partecipazione a sit-in e proteste”. Salma al-Shehab, dottoranda dell’Università di Leeds, è stata condannata a 27 anni di carcere per dei tweet a sostegno dei diritti delle donne. È nota la sorte del giornalista Jamal Khashoggi, critico col regime, fatto a pezzi nel consolato saudita di Istanbul; l’Onu ritiene Mbs il mandante dell’omicidio.
Ieri Zelensky, nel suo tour mondiale per chiedere più armi, ha incontrato il principe per “portargli la nostra formula di pace”, la quale, come ha detto lui stesso ai nostri giornalisti che l’hanno “intervistato” al Vittoriano (chissà perché non direttamente al Colosseo, dove gli spettatori assaporavano il sangue e con un pollice verso si sarebbe potuto decidere se entrare in guerra o no), non può che consistere nella vittoria dell’Ucraina, in spregio anche all’offerta di mediazione del Papa. “L’Arabia Saudita svolge un ruolo significativo e siamo pronti a portare la nostra collaborazione a un nuovo livello”, ha detto Zelensky. Il livello è chiaro: il riarmo globale e la guerra totale contro Putin (che, ripetiamo a beneficio dei nostri calunniatori, è il responsabile dell’invasione criminale dell’Ucraina). Ma se Putin è un assassino, Mbs è un interlocutore. Del governo Renzi si ricorda l’esportazione di un’imponente commessa di bombe verso il regno saudita, che le usa per bombardare i bambini yemeniti. Il Rinascimento si allarga.

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