Che bei vedovi
di Marco Travaglio
Per la serie, anzi il cinepanettone “Non c’era una volta il Terzo Polo”, ma anche “Io non ce l’ho con te, ma col tuo vicino che non ti butta di sotto”, apprendiamo da Repubblica che “il gotha dell’imprenditoria” è molto deluso dai suoi ultimi beniamini Calenda e Renzi e dice a una sola voce: “Un’altra promessa tradita”, lacrimando a un solo occhio per i “4 milioni donati invano” ai due caratteristi che ora si tirano i piatti e gli stracci. Il Gotha dei boccaloni che avevano creduto nella farsa terzopolista comprende il meglio “del mondo imprenditoriale e finanziario italiano” (figuratevi il peggio). La lista dei vedovi inconsolabili annovera: Maurizio Bertelli, patron di Prada, che aveva donato 100 mila euro; le famiglie Zegna (60 mila) e Loro Piana (130 mila); Gianfelice Rocca dei gruppi Techint e Humanitas, “uno dei dieci uomini più ricchi del Paese” (100 mila); Alberto Bombassei, gruppo Brembo (100 mila); Davide Serra, leggendario finanziere italo-anglo-caymanense (100 mila), senza dimenticare, con varie pezzature, Antonio D’Amato, Lupo Rattazzi, Banzato, Arvedi, Garavoglia, Merloni, Brachetti Peretti, Cornetto Bourlot e Pietro Salini (quello del Ponte sullo Stretto e tante altre belle cose).
Alcuni avevano già creduto nell’uomo sòla al comando, cioè in B., con i risultati a tutti noti, per poi buttare i loro soldi nei migliori Titanic della nuova politica: Scelta (poi Sciolta) Civica montiana, il Pd renziano, l’Italia Futura montezemoliana e – dulcis in fundo – i due statisti del “polo della serietà” che ora si danno – comprensibilmente – del “pazzo che ha sbagliato il dosaggio delle pillole” e del “mitomane che prova a darci la fregatura”. Tutti casi di “circonvenzione di capaci”, per dirla col loro collega Gianni Agnelli, che coniò la battuta per l’amico Cesare Romiti che s’era fatto convincere a staccare cospicui assegni a Ferdinando Adornato per la catastrofica avventura di Liberal. Ecco: se l’Italia è ridotta così lo dobbiamo anche e soprattutto a loro, a questi lucidi e lungimiranti “uomini del fare” specializzati nel disfare buoni governi (rarissimi, tipo il Prodi-1 e il Conte-2) con la potenza di fuoco di Confindustria e dei suoi giornaloni, per rifilarci patacche epocali che esistono solo nella loro fantasia e nel loro conto in banca: la Rivoluzione Liberale di B., l’Agenda Monti, la Grande Riforma Renzi, l’Agenda Draghi, senza dimenticare l’innamoramento momentaneo per Salvini in funzione anti-5Stelle e ultimamente il Grande Centro del Terzo Pelo. Ora che ne hanno persi due in un colpo solo, attendiamo con ansia che trovino il nuovo spirito guida. Visto il progressivo scadimento degli obiettivi (da B. a Ollio e Ollio), non ci stupiremmo se fosse un totano. O un calamaro.
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