Ammazza, ’sti americani!
DI MICHELE SERRA
Fatica a spegnersi l’eco della nuova apparizione della Madonna nel Lazio. Stavolta nelle sembianze di Oprah Winfrey, popolare conduttrice televisiva americana, che ha comperato in Ciociaria una forma di pane e l’ha postata sulla sua pagina Facebook.
Si capisce che ventidue milioni di follower sono tanti, e dunque è legittima la soddisfazione del bravo panettiere gratificato da una pubblicità colossale, gratuita e inaspettata. Bene anche che la Pro Loco si ricordi di spedire a Winfrey, in segno di amicizia, almeno un altro paio di pani, aggiungendo una forma di pecorino e informandosi prima che la signora non sia vegana. Meno spiegabile mi sembra l’irrefrenabile giubilo dei due principali tigì nazionali (tg1 e tg2) che per primi hanno dedicato all’evento ampi servizi, dando la stura a una commossa processione di commenti grati ed entusiasti: come se lo shopping di Winfrey fosse la prosecuzione del Piano Marshall in altre forme.
Magari il pane della Ciociaria era buono anche prima, e che alle Terme di Fiuggi — superando l’invincibile melanconia che sprigiona da tutte le stazioni termali — si possa soggiornare piacevolmente, era già noto perfino prima che Winfrey lo dicesse. Ma c’è uno stupore provinciale, qui da noi, che con poche eccezioni ci costringe a dipendere dalla benevolenza altrui: se americana vale il doppio.
Un americano a Roma , film caposaldo della commedia all’italiana, satira del mito americano nell’Italia povera e ingenua del Dopoguerra, è del 1954. È l’anno in cui sono nato io. Sono quasi vecchio, ma non è cambiato niente.
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