Piano piano, lemme lemme, per non disturbare il santo Ricoverato, ecco che la Cassazione conferma i dieci anni all'ex sottosegretario all'Economia del governo del Ribaldo, Nicola Cosentino, forzista e signore di quelle aree ahimè martoriate dalla malavita organizzata.
Ma la beatificazione non può soffermarsi davanti a questo squallore, anzi! Sua Beltà sta recuperando le forze, e noi che non auguriamo il male a nessuno, veniamo però assaliti dal solito e urticante dilemma: da Dell'Utri in poi, Farsa Italia è stata un coacervo di collusioni, alcune, come quella di Cosentino, eclatanti. Il patto affaristico dell'Era del Puttaniere, evidenziato da elezioni che premiavano nella totalità il partito azienda di colui che un tempo foraggiava la mafia con pagamento di tangenti, appurato da sentenze oramai passate alla storia, malefica, di questo paese, appare sempre più nitido, concreto, irriguardoso con la nostra martoriata democrazia.
Ma la malattia del capo supremo, al quale auguro pronta guarigione, cancella d'un fulmineamente i presunti loschi affari, provoca amnesie in molti, moltissimi, fino ad elevare al rango di padre della Patria, l'attuale Ricoverato.
Non è così che si rende onore alle tante vittime per mano mafiosa, ad iniziare da loro, Falcone e Borsellino, che lustri addietro intuirono il macabro connubio.
Cosentino ne è la conferma. Triste ed ineluttabile sentenza che appassisce tante nobili gesta di eroi valorosi che tentarono, e tentano tutt'oggi, di rinvigorire questo nostro paese, per spezzare i gangli che attanagliano la democrazia e, soprattutto, la nostra libertà.
Nessun commento:
Posta un commento