giovedì 13 aprile 2023

L'Amaca

 

Il miracolo di Bruno Vespa

DI MICHELE SERRA

Perdendo la sua flemma curiale, Bruno Vespa si è molto spazientito perché un ospite di Porta a porta si è permesso di apparentare, come fenomeni di credulità popolare, una Madonna molto illustre, quella di Lourdes, alla maldestra debuttante di Trevignano.
Vespa si rassegni — la rassegnazione essendo una virtù cristiana, nonché un dovere del servizio pubblico. Esiste, effettivamente, un punto di vista razionalista, irriducibile ma non per questo illegittimo, secondo il quale i cosiddetti eventi miracolosi non hanno origine sovrannaturale, non esistendo, al di fuori o al di sotto o al di sopra della natura, alcunché di percepibile. E da quel punto di vista non è facile fare differenze tra culti mariani imponenti e “ufficiali” (Lourdes, Fatima, Medjugorje) e fenomeni minori.
Lo stesso Vespa, del resto, si occupò con una certa indulgenza di una precedente simulazione miracolosa, la Madonnina di Civitavecchia, che si ritirò dalle scene dopo una parentesi meno breve, però quasi altrettanto indecorosa, di quella di Trevignano: una perizia stabilì che si trattava di sangue umano maschile, probabilmente applicato con un contagocce.
Correvano gli spumeggianti anni Novanta. In quell’occasione ricordo un memorabile scambio tra il medesimo Vespa (identico a ora, identico da sessant’anni: ecco il miracolo vero) e Roberto Vacca, grande scettico. Nel caso l’avessi già scritto, pazienza: merita la ripetizione. Vespa chiese a Vacca: ma lei, mi scusi, se vedesse una Madonna che piange, proprio davanti a lei, che cosa farebbe? Vacca rispose: «Mi allontanerei rapidamente».

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