domenica 2 ottobre 2022

L'Amaca

 

La storia non siamo noi
DI MICHELE SERRA
Si vota in Brasile ed è un appuntamento con la Storia, Lula contro Bolsonaro, difficile immaginare uno scontro altrettanto rappresentativo dell’attualità delle parole “sinistra” e “destra”, difficile individuare un terreno di scontro più planetario dell’Amazzonia. E si lotta e si muore in Iran, con le donne in prima linea contro la truce dittatura religiosa che tiene prigioniero un popolo antico e civilissimo.
Chissà se basteranno, queste due potenti pagine di storia, a distrarci per un attimo dal totoministri, che da giorni monopolizza la nostra vita politica e mediatica. Viviamo sprofondati nel nostro piccolo mondo, c’è voluta una guerra tremenda come quella in Ucraina per levare almeno un poco di spazio, nei tigì, alla quotidiana sfilza di dichiarazioni di politici italiani sulla politica italiana. Per la nostra informazione, con poche eccezioni, un petardo a Roma vale più di una bomba a Kabul, o di una strage nel Tigray, o di una rivoluzione democratica soffocata nel sangue a Teheran.
Può darsi che agli italiani importi solo delle bollette, ma può anche darsi che gli importi solo delle bollette perché la politica e il giornalismo (ne parlo come categorie generali, ognuno poi faccia i suoi distinguo) non ritengono possibile mobilitare gli animi anche sulle donne iraniane e sull’Amazzonia. Le manifestazioni di ieri a Roma e in altre città italiane (partecipazione appassionata, ma scarsa) erano indette da studenti iraniani e associazioni per i diritti: almeno i partiti di sinistra, esentati dal totoministri, non potevano aderire ufficialmente? Le piazze magari sarebbero state più affollate, e ci farebbe tanto bene aprire le finestre sui drammi del mondo, se non altro per relativizzare i nostri.

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