venerdì 14 ottobre 2022

Ardui pensieri


Morfeo al solito mi ha impedito di poter assistere all'intervista in studio a don Giulio in una trasmissione che giammai avrei visto, condotta da Del Debbio, Dritto e Rovescio pare si chiami; sì che a quell'ora, devo riconoscere, forse nemmeno una carrellata delle perle di Leao mi avrebbe potuto tenere in senno, che dico, sveglio. Per fortuna però si possono rivedere sul web e nella pre alba l'ho vista.

Che dire?

A Giulio domenica scorsa glielo dissi: "scusa ma se proprio devi andare, vai in programmi più, come dire, equilibrati, che so Gruber, Floris. T'infili da solo in quella grotta? Guarda che probabilmente Del Debbio ti affiancherà il famigerato giocatore di poker on line, unico nella storia a prendere percentuali negative in tutte le elezioni in cui si è presentato!" E infatti il gemito della povera sedia ove era seduto, mi ha confermato la triste previsione: Adinolfi!  

E la caciara è arrivata, anche se la giornalista in giallo fosforescente e un'altra ospite, hanno contribuito ad allontanare lo spettro della classica, per quella rete, farsa.

Don Giulio era a suo agio in diretta, il giocatore di poker tradizionalista ha solo ecceduto in pochi frangenti, e questa è una buona notizia.

Sui contenuti, sulla polemica, sulla situazione post strappo diocesano c'è da forgiare  distinzioni: don Giulio sta portando frutti? 

Le parole del Vicario spezzino intervistato e alcune proferite in studio, in ambito di fede, sono opinabili?

E poi il magistero: si possono cambiare posizioni millenarie, adeguare punti conseguenziali al primato di Pietro?

Credo che occorra capire - arduo, molto arduo - ciò che si generò, che si plasmò dalla Fonte, e ciò che ha subito nei secoli la malleabilità dell’apparato ecclesiale, frequente in periodi storici passati, anche non molto tempo fa.  


Sicuramente non è una situazione atta a stabilire vincitori e vinti, chiacchierarne tipo bar, visto che il riavvicinare cuori lontani, come don Giulio ha fatto, necessita serio approfondimento. D’altro canto alcuni aspetti, in un’ottica di fede, non possono essere travalicati, né modificati, anche perché, lo ha detto pure Adinolfi, e questo m’inquieta, nel Vangelo la frase "Io sono la Via, la Verità e la Vita" non lascia dubbi di nessun genere.

Su eutanasia e aborto il pensiero della Chiesa è arcinoto, andarvi contro inevitabilmente genererà insanabile frattura. 

Un conto è ragionare da credenti, altro è volere che le leggi di uno stato vengano modificate per sottostare a convinzioni di fede. Don Giulio ha espresso in materia opinioni che personalmente non condivido, anche se sul fine vita vorrei che si stabilisse un chiaro confine tra accanimento terapeutico, che porta soldoni ai soliti noti, e fine del ciclo biologico naturale. Sull’aborto vien da sé che un cattolico difficilmente ne possa discutere, pur riconoscendo ostinatamente che in innumerevoli casi l’assistenza medica statale al riguardo, eviti il clandestino intervento immorale di fattucchieri ed incapaci lucrosi.

Ma altresì i frutti di don Giulio sono sotto gli occhi di tutti, i bimbi calamitati dal suo essere parroco sono a confermare quanto il bene non sia recintabile, comprensibile, scavalcante frontiere precostituite, e l’amore tra due persone, che non dovrebbe essere attenzionato da chicchessia con concezioni e preconcetti retrogradi, accolto con immutabile gioia e condivisione.

La questione sembra insormontabile, le parti troppo distanti, l’inconciliabilità granitica. A lato della sospensione sorge però anche una forte reazione di sdegno, dettata dalla ferrea decisione difficilmente manifestata, non solo in questa diocesi, negli innumerevoli scandali di pedofilia trattati con quel modus operandi squallido tendente all’insabbiamento, causa di innumerevoli fughe di cuori, inorriditi dall’immobilismo gerarchico, il più delle volte restii a sospendere dal servizio persone malate, non vagliate seriamente al momento dell’inizio formativo.

E’ questo lo scandalo principale della chiesa, che pare affannarsi solo in alcuni ambiti, fingendo di non accorgersi della trave spezzante cuori e affievolente animi.

Lo Spirito illumini tutti noi. Ne abbiamo estremo bisogno. 

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