giovedì 6 ottobre 2022

Come si cambia!


I renziani rinnegano il Rosatellum

dal Fatto Quotidiano

La memoria degl’italiani, si sa, è come quella di un pesce rosso: si dimenticano tutto nel giro di pochi giorni. Ma cambiare casacca continuamente resta comunque un esercizio rischioso: qualcuno prima o poi potrebbe accorgersene. È il caso di questi giorni degli esponenti renziani fuoriusciti o rimasti nel Pd, che rinnegano la legge elettorale Rosatellum e chiedono a gran voce di cambiarla dopo il disastro elettorale. Il primo in ordine di tempo è stato proprio Ettore Rosato, che nel 2017 dette il nome alla legge elettorale con cui abbiamo votato nel 2018 e il 25 settembre scorso: fu lui a pensarla e a scriverla materialmente.
Sabato, in un’intervista al Tempo, il deputato rieletto con Italia Viva ha spiegato che la sua legge va cambiata pur difendendo il fatto che abbia garantito “governabilità” al Paese come dimostra la vittoria del centrodestra: “La legge va abrogata e sostituita da quella per l’elezione dei sindaci” ha spiegato Rosato riferendosi alla legge maggioritaria (con doppio turno nei comuni sopra i 15 mila abitanti) utilizzata oggi in occasione delle elezioni amministrative.
Poi è arrivata Maria Elena Boschi, anche lei fedelissima renziana, che grazie al Rosatellum è stata eletta nel 2018 in Trentino Aldo Adige e a questo giro in Calabria. Martedì scorso, durante un dibattito a Di Martedì con il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha rinnegato anche lei la legge elettorale: “Avete avuto cinque anni per cambiarla e nessuno ha voluto farlo”, ha spiegato Boschi. A Speranza che le faceva notare il voltafaccia, la renziana ha risposto: “La fiducia è stata messa da Anna Finocchiaro e da Paolo Gentiloni. È una legge del Pd”. Peccato che proprio allora Boschi fosse la sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio nel governo Gentiloni, esponente del Pd oggi Commissario europeo all’Economia. L’altro componente del governo Gentiloni era Luca Lotti (ministro dello Sport) che martedì ha formato il trio di coloro che rinnegano apertamente il Rosatellum: “Il primo grande errore che è stato commesso è non aver cambiato la legge elettorale – ha scritto in un lungo sfogo su Facebook – Non si poteva, dirà qualcuno. No, si poteva e c’era lo spazio, ma scegliere (come successe a me nel 2018) il futuro gruppo dirigente è più comodo e quindi perché cambiarla? Almeno così non siamo ipocriti, perché questo è stato”.
Lotti, tra i volti più rappresentativi della corrente di Base Riformista nel Pd, a questo giro non è stato ricandidato dal segretario Enrico Letta e nelle ultime settimane è stato uno dei più critici nei confronti del leader Pd. Nel 2017 però non risultano sue feroci critiche nei confronti del Rosatellum. Oggi deve aver cambiato idea.

Nessun commento:

Posta un commento