sabato 5 ottobre 2013

Tra Amici


C'è una persona che sono certo capirà quello che sto per dire. E' un Amico che mi ha preceduto, ci ha lasciato qualche anno fa e se oggi potessi chiacchierar con lui davanti ad una cedrata, mi risponderebbe come al solito che quaggiù "cioccano tutti".

Non voglio parlare da eterno censore, da critico impenitente, da solone a cui non ne va bene una. Cerco di trasmettere emozioni, per avvicinarci all'incomprensibile in apparenza. 

Il Papa ha compiuto ieri il gesto nobile dell'incontro con le persone che a detta di molti soffrono i cosiddetti "poverini" quelli da passarci la mano sulla testa in segno di compassione. 

Le agenzie battono questa notizia. Li chiamano malati e vengono presentati al Pontefice con alle spalle ognuno un'assistente di bianco vestita, quasi a caratterizzarne lo status d'inerme, di carro attaccato al treno della società per così dire produttiva. 

Non è così! 

Posso dirlo? Disturbo?

Diversamente abile, ovvero capace di esprimere la sua umanità attraverso altre strade, a volte apparentemente impercorribili, ma presenti, reali. 

Ho avuto la fortuna di far parte di un'associazione, il Gruppo Padre Alfonso, che ha fatto suo da sempre il tentativo di tramutare la parola malato in .. amico. Ed avendola provata personalmente, avendo vissuto l'esperienza, comprendo la difficoltà per chi non avendo occhi del cuore sufficientemente aperti, ed io sono uno di questi, ciò che dovrebbe essere diversamente normale può venire associato ad un evento straordinario, miracoloso. 
Perché se riesci a sciogliere il "cavallo" che ognuno ha dentro di sé che ti permette di suonare il piano o progettare un volo su Marte o pulire ad arte le strade o dipingere la Gioconda o riuscire a far vivere dignitosamente la tua famiglia o a lottare per il lavoro ma anche di urlare l'assenso o la meraviglia o di parlare "toccando" o di correre restando seduto, se riesci a carpirne il nitrito dentro un corpo in apparenza diverso, a raschiare la creta che blocca per chi non ha occhi l'energia vitale, scoprirai che la realtà è diversamente cognitiva e lo scoprirlo ti eviterà di porti su un piano di cosiddetta normalità da non riuscire a coglierne il significato per cui sarai tentato di deporre le armi comunicative ed ad indossare il "camice" edificante il muro malato-assistente. 

L'Amico che ha fondato questo gruppo e gli altri Amici che lo hanno condotto per lustri, hanno sempre orientato e lottato per comunicare una diversità di pensiero, l'effluvio di gioia dello stare insieme senza la barriera di camici inquietanti, per cui siamo andati tutti insieme in posti impensabili, dentro Hotel a 4 stelle e non in strutture assistenziali. 
Non per critica, ma se il Papa fosse entrato dentro ad una stanza allagata da pennarelli, cartelloni, chitarre, giornali avrebbe trovato una realtà differente, una sensazione di gioia e festa consona a persone che avrebbero diversamente comunicato la voglia di far festa per l'arrivo di Pietro. 
Le asettiche cronache figlie di questa cultura "pro eterna e siliconica giovinezza" parlano di urla, gemiti e addirittura... ruggiti! 
E' invece la diversa comunicabilità di chi non può esprimersi come la maggioranza dei terrestri, ma che resta pur sempre linguaggio, sforzo di portare a galla il tesoro personale, molto spesso immenso e trascurato perché "diversamente percettibile". 
Ho ad esempio nelle orecchie "da sempre e per sempre" l'urlo dell'Amico Francesco anche lui partito in avanscoperta e non ho mai risentito un segno di approvazione per il passaggio di una gnocca, o di divertimento o di ironia migliore di questo! 

Detto questo resta evidente che la quotidianità debba essere pur sempre affrontata: qualcuno deve sempre rispondere alla richiesta per le necessità più tenere e banali, dal mangiare, ai bisogni, al grattarsi la testa o il naso. Ma se si riesce ad andare oltre la creta, oltre allo strato di "mentalità di questo mondo" tali gesti in apparenza disagevoli verranno trasformati in un "diversamente normale" ed umano scambio amichevole, scoprendo, e stordendosi nello scoprirlo, il ritorno dell'affetto, dell'aiuto che mai avresti pronosticato, di un'attenzione alla tua persona tipica dell'Amico. 

Ecco perché avrei sognato un incontro "diversamente amichevole" con Pietro, un incontro tra persone alla ricerca comunicativa, in una realtà normale ma diversa dall'attuale che resta a parer mio leggermente dequalificante. 

"Cioccano tutti!" : sento spesso dentro di me questo inno alla gioia del mio Amico che spero di rincontrare un giorno nelle risa della Gioia tra Amici!

Nessun commento:

Posta un commento