martedì 8 ottobre 2013

Il mattino ha loro in bocca...


Se pongo attenzione al quotidiano, a volte resto basito dal liturgico giro mattutino a cui mi sottopongo in preparazione al viaggio in macchina con destinazione luogo di lavoro: casa – giornalaio – bar, durante il quale incontro oramai in serie predefinita persone che non conosco, che non saluto e che non mi salutano: c’è la signora perennemente in ritardo con passo Kiprotich che se spostasse indietro la sveglia di un quarto d’ora eviterebbe di scompigliarmi i capelli al passaggio, c’è il fumatore con pizzetto, intellettuale che entra in edicola con fare marziale e riceve Repubblica come il cosacco il cuscino con le onorificenze, c’è la ragazza con faccia da maestrina che pronuncerebbe solo “mannaggia” se gli si rovesciasse addosso il contenuto di una fossa biologica di un palazzo di sette piani, c’è la signora avanti con l’età che tenta disperatamente con colpi chirurgici di rimanere attaccata (con le unghie laccate di verde evidenziatore) alla gioventù vestendosi da teenager con labbra che paiono inserite in favo di api operaie contestatrici, c’è la signora dotta che crede di avere una prelazione sull’acquisto del giornale e passa davanti a tutti facendo presagire agli astanti che la giornata sarà sempre uguale alle altre, ovvero se sei posizionata in alto ti senti illuminata a dettar la tua legge ovunque, c’è il gruppo di lavoratori al bar che studiano i giornali a disposizione di tutti a cui ti viene da chiedere a quale quiz parteciperanno, c’è la coppietta di fidanzati che mette allegria per come si “colazionano” i cuori assieme al caffè, c’è il divulgatore di notizie lette dal quotidiano appena lasciato dai Pichi della Mirandola precedenti che t’invoglia ad incartare le uova con il tuo appena comprato, c’è il normalologo che a seconda delle stagioni intermezza il caffè con un festival di ovvietà “Piove? Speriamo bene che non faccia danni” - “Che caldo! speriamo che rinfreschi!” – “Che freddo, cara la mia bella estate!” frasi che mi hanno permesso negli anni di compiere i viaggi in ascensore con sconosciuti con meno timore del silenzio, rendendomi garrulo con gli astanti ma ricevendone in risposta peti raggelanti, silenziosi ed areosolitici che hanno punito questa mia strana mania ovviatoria.

Insomma esiste attorno a me un mondo oramai normalizzato dall’abitudine! Da domani mi propongo di salutare tutti, anche perchè un buongiorno non si nega a nessuno, tranne a Capezzone, il Formiga, la Garnero e mefistolico compagno !
Resta un dubbio: ci fossero dei psicolabili come me, come verrei descritto in un ipotetico simil scritto fatto da loro?

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