Mentre mi accingo a lasciare Crotone, in attesa dello spettacolo del sole nascente dal mare, penso a Francesco che oggi festeggiamo. Alla sua pazzia, alla sua gioia, alla incredibile carica che sprigiona il suo ricordo. Di come nel suo Cantico subito dopo la laude altissima al Creatore, mi piace uno degli aggettivi a frate focu .. robustoso, subito dopo la laude alla Terra, Francesco ringrazia per qualcosa solo in apparenza astratto:
Laudato si', mi' Signore,
per quelli ke perdonano per lo tuo amore, et sostengon infirmitate et tribulatione.
Deve essere anch'essa una meraviglia del Creato questa volontà di saper perdonare, di bloccare la rivalsa, la ripicca, l'odio con parole di pace! Qui a Crotone ho un amico fraterno che tutte le volte che incontro mi porta dentro la sua meravigliosa scuola di vita, fatta di ricordi forse violenti ma bagnati oggi da una conversione rigenerante che l'hanno portato a distribuire parole e gesti di pace. Il perdono è meraviglia del Creato perché concorre a scoprire un mondo nuovo, un finale travolgente anticipato dalla dolce pazzia di Francesco, dalla sua voglia di farci comprendere dove sia l'essenziale, il bagliore della notte insonne, il suono flebile nel temporale. È la gioia dove per immergersi occorre prima tendere le corde dei cuori, svegliarne l'attenzione, pensare come bimbi. È Francesco che canta in quest'alba che sta per iniziare, che ci porta tutti a correre verso la pietra rotolata a vedere le bende piegate, a credere in una pazzia. Stare con il poverello oggi ci fa uscire fuori di testa, siamo con Pietro che sul Tabor ne aveva visto uno sprazzo, davanti all'avvertimento del Maestro, se non vi perdonate a vicenda, se non vi amate lavandovi i piedi non parteciperete della mia gioia. Signore allora non solo i piedi ma tutto il corpo! Francesco apre con madonna povertà per un attimo la porta che ci separa da quello preparato per noi da sempre e che con sora nostra morte corporale apriremo per sempre. La gioia di Francesco ci ricordi per sempre questo incontro!
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