venerdì 8 novembre 2024

E ha detto tutto!

 

Si vince al centro
di Marco Travaglio
1)Decidere a tavolino chi vincerà le elezioni, confondendo le speranze con la realtà e i sogni con i sondaggi, senza mai svegliarsi per dare un’occhiata fuori dalla finestra. 2) Perse le elezioni, stupirsi perché gli elettori non ascoltano o, se lo fanno, è per votare l’opposto. 3) Insultare gli elettori che hanno votato male: fascisti, sovranisti, populisti, zotici, cafoni, così quelli a furia di improperi torneranno festosi a votare bene. 4) Cercare scuse puerili ed esternalizzare le colpe dell’esito sgradito, possibilmente dalle parti della Russia (fake news, hacker, hater, troll e brogli putiniani). 5) Fare come se nulla fosse e perseverare negli errori. La Harris si traveste da Trump per inseguire i “moderati” e la gente vota l’originale anziché la brutta copia? Ripetere i mantra “si vince al centro”, “parlare ai moderati”, “abbassare i toni”, “via le ali estreme” e i “populisti”. Il popolo impoverito e spaventato è sempre più incazzato e vota per chi parla e s’incazza come lui? Rispondere con più finanza, più armi, più guerre, più tecnocrazia, più migranti, più puzza sotto il naso e più star agiate con la faccia da Ventotene che lanciano allarmi democratici à go-go.
È il Pentalogo della presunta sinistra mondiale, che infatti perde quasi sempre con i populisti delle più varie specie: quelli democratici e progressisti, tipo i 5Stelle, e quelli meno, tipo Salvini, Meloni, Trump, Orbán, Le Pen, Bolsonaro, Milei, giù giù fino a Afd. A meno che non rinunci al mitico “centro”, come Mélenchon, Sánchez, Lula, Sara Wagenknecht. L’ultimo emblema dell’eterna coazione a ripetere, per tempismo e lungimiranza, è Elly Schlein. Mentre l’America vomita Kamala, paladina anche un po’ sfigata delle élite, al punto di riciucciarsi un Trump, la leader Pd va in pellegrinaggio a casa di Draghi, santo patrono anche un po’ stagionato di tutte le élite. Così, tanto per scrollarsi di dosso quella puzza di establishment che ha dannato tutti i predecessori tranne uno: Zingaretti, che ebbe la fortuna di allearsi con i “populisti” M5S nel Conte-2 e prese il 22,7% alle Europee perché il Pd sembrò persino di sinistra. Inorridito dal successo, il Pd si domandò dove avesse sbagliato e rimediò subito, mettendo alla porta Zinga e affidandosi al cocco delle élite, Letta jr.. Che scacciò subito dal tempio il populista Conte, reo di parlare financo di pace e di povertà. Con i risultati a tutti noti. Ora la Schlein, eletta segretaria per fare l’opposto, reimbarca l’Innominabile e va a farsi illuminare da SuperMario, mentre Guerini afferra al volo la vera lezione del voto Usa: “È l’ora del coraggio: aumentare le spese militari”. Non hanno pane? Mangino cannoni.

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