Un metodo rozzo ma efficace
DI MICHELE SERRA
Al di là delle chiacchiere, delle prese di posizione retoriche, delle dichiarazioni pompose di vicinanza al popolo, forse ogni governo del mondo, compreso il nostro, dovrebbe rispondere a due sole domande: hai aumentato le tasse ai ricchi?
Hai operato perché aumentino i salari dei poveri? Se la risposta alle due domande è sì, vuol dire che sei di sinistra. Se la risposta è no, vuol dire che sei di destra.
Capisco la rozzezza del metodo. Molto schematico. Capisco le obiezioni e i distinguo. Ma a un certo punto bisognerà pure rimettere un poco di ordine nelle cose. Il famoso populismo, per esempio, può fornire prove concrete, non solamente ideologiche, della propria vicinanza al popolo? Ha aumentato le tasse ai ricchi? Ha aumentato il salario dei poveri? Se sì, in quale Paese, in quale anno?
La prima amministrazione Trump, Bolsonaro in Brasile, Milei in Argentina, Orbán in Ungheria, e da ultimo il nostro governo che ha il popolo in bocca come il cane il suo osso, hanno messo ostacoli all’arricchimento di troppo pochi e difeso il welfare, che dei poveri è il solo vero scudo?
Vale anche il contrario: i dem americani — Clinton in testa — hanno cercato di intercettare in qualche modo (anzi nel solo modo logico e consentito: il prelievo fiscale) il mostruoso arricchimento di pochissime persone che il boom tecnologico ha prodotto? O sono rimasti a guardare, ammirati, storditi, complici? Bisognerebbe resettare il quadro politico, inquinato da troppi virus. Di sinistra è la condivisione del benessere. Di destra la sua consegna a pochi eletti. Quasi tutto il resto: chiacchiere.
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